“Sayome” racconta la vita di una donna giapponese, di Tokyo che sceglie per amore di trasferirsi sull’isola di Creta nella quale vive per 35 anni a fianco del marinaio greco suo compagno di vita.
Sayome è un curioso meticciato tra due culture lontane tra loro che la pulsione libertaria e la gioia di vivere di Sayome hanno permesso di fondere. Nella donna però sembrano scomparsi, tranne che nei lineamenti del viso, tutte le caratteristiche che appartenevano alla cultura giapponese. Ed essa stessa sembra averle volontariamente messe da parte, adeguandosi alle tradizioni, alla moda e alla cucina greca. Il proprio figlio, oltre ad avere un particolarissimo viso un po’ mediterraneo e un po’ orientale, non conosce minimamente la lingua materna.
I legami con la propria terra di origine però non possono essere completamente interrotti e Sayome si trova a farne i conti quando apprende la notizia della morte della madre. I suoi fratelli vengono a trovarla a Creta portando con sé moltissimi ricordi e facendo prendere coscienza a Sayome delle tante relazioni lasciate interrotte. Lei sceglie così di tirare fuori nuovamente i vestiti tradizionali dalla valigia e di partire in viaggio con il figlio verso la propria terra. Sarà l’occasione di riprendere possesso di una parte di sé, scherzare con la propria sorella, giocare con le vecchie amiche ed anche il proprio figlio potrà arricchire con nuovi significati la sua fisionomia orientale.
Il documentario semplice nella struttura e nella realizzazione, è una delle pellicole presentate a Padova all’interno del festival Detour, festival del cinema di viaggio, alla sua prima edizione. In comune con gran parte delle opere presentate ha la caratteristica di presentare il viaggio come percorso, “attraversamento” verso un’identità più ricca o semplicemente diversa. Spesse volte il percorso è complicato e pieno di sofferenza, non in questo caso, nel quale lo stress maggiore a cui è sottoposta Sayome è il lungo viaggio aereo che unisce il Giappone alla Grecia.
Un’ennesima valida testimonianza per affermare il valore della multiculturalità, della ricchezza che è possibile raggiungere solo accogliendo la sfida che Sayome ha accettato fin dalla giovinezza, mettere cioè in continua discussione la propria identità evitando sempre di concepirla come definitivamente cristallizzata.
www.detourfilmfestival.com
durata 56′
_ Regia e sceneggiatura Nikos Dayandas
_ Fotografia Stelios Apostolopoulos
_ Montaggio Nikos Vavouris
_ Musiche The Tone Sopranos