Jane (Meryl Streep), donna professionalmente appagata, è divorziata da dieci anni da Jake (Alec Baldwin) e da allora ha una vita sessuale piatta. Le cose cambiano quando – complice un’ubriacatura – finisce a letto con l’ex marito. Ulteriori complicazioni intervengono con l’entrata in scena dell’architetto Steve Martin.
Non è certo la prima volta che la commedia hollywoodiana mette in scena ex coniugi che ricostituiscono una coppia, o almeno ci provano. Il filosofo Stanley Cavell, che studiava in particolare quella degli anni ’30 e ’40, la definì “the Hollywood comedy of remarriage” e nel 1981 ci scrisse sopra un brillante volume (Alla ricerca della felicità, edito in Italia da Einaudi). L’orribile verità (1937) di Leo McCarey o Scandalo a Filadelfia (1940) di George Cukor sono un paio di titoli classici.
Ma senza andare così lontano basta tornare indietro nella filmografia della stessa Nancy Meyers per imbattersi in uno spunto di questo tipo. Il suo primo film da regista, Genitori in trappola, raccontava per l’appunto di come due gemelline pestifere (entrambe interpretate da Lindsay Lohan) riuscissero a mandare all’aria l’annunciato matrimonio del padre con una ragazza molto più giovane (la coppia formata dall’uomo maturo e dalla giovane è ricorrente nei film della Meyers – Tutto può succedere, È complicato – che ama ridicolizzare l’infantilismo di lui e la vuota aggressività di lei) e a far risorgere l’amore, mai sopito in realtà, tra i loro genitori. Rispetto alle gemelline di Genitori in trappola i tre figli di È complicato hanno un ruolo più passivo e si limitano a far da spettatori (la scena in cui sono nel lettone e Meryl Streep deve spiegare loro cosa è successo tra lei e Baldwin per terminare con un abbraccio collettivo è la più stucchevole del film).
Come in Tutto può succedere, il suo film più riuscito, la Meyers affronta il tabù (cinematografico) del sesso e dell’innamoramento tra persone over-50 (forse è un dettaglio irrilevante, o forse no, ma Diane Keaton era stata più coraggiosa e, sia pur fugacemente, si era mostrata nuda, mentre Meryl Streep non lo fa, anche quando le esigenze narrative sembrerebbero richiederlo). Per quanto abbia un po’ il carattere della fiaba (le bellissime case in cui abitano i personaggi sono un po’ come i castelli della fiabe), e inviti il pubblico più all’evasione che all’identificazione, È complicato si propone, da questo punto di vista, di lanciare un “messaggio” (“a tutte le età ci si può divertire” è il proclama della Streep – che in una delle prime scene, programmaticamente, rifiuta la chirurgia estetica).
Si diceva delle case. Quella delle case è, evidentemente una passione della Meyers: bellissime case, splendidamente decorate, erano al centro della vicenda de L’amore non va in vacanza e una casa in ristrutturazione è l’occasione dell’incontro tra la Streep e Martin.
È complicato ha un andamento piacevole, conta su una compagnia di attori spettacolare e ha alcune scene molto divertenti. Ma ha anche alcuni personaggi non molto riusciti: i tre figli sono meramente decorativi (più interessante è il futuro marito della figlia più grande), mentre le amiche della Streep sono un tentativo rimasto a metà strada di costruire dei siparietti con dialoghi alla Sex & the city. E più di una volta i quadretti famigliari ci fanno sentire come in uno zuccheroso spot, o in una rivista di interior design.
Titolo originale: It’s complicated
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 120’
Regia: Nancy Meyers
Cast: Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin, Lake Bell, John Krasinski
Produzione: Relativity Media, Waverly Films, Scott Rudin Productions
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita: 19 Marzo 2010 (cinema)