“Emerging code”

Si è conclusa la personale dell’artista veneziano Andrea Morucchio in Tasmania alla Despared Gallery

C’è un filo rosso che lega i recenti interventi di Andrea Morucchio. Il rosso è in effetti un riferimento costante in tutta la sua ultima produzione. Vedi Pulse Red o Our ideas will triumph, ora Emerging Code.

Il rosso è il colore della sofferenza, del sacrificio e del martirio, ma anche della rivoluzione e quindi dell’auspicio ad attuare nella lotta un cambiamento, anche drastico e totale.

In tutti i casi si avverte nell’artista veneziano un certo attaccamento al passato, alla storia e all’arte della sua città, legame da intendersi naturalmente non come nostalgia di qualcosa che non è più possibile ripristinare nel contesto attuale, non pertanto con valore retorico e finalizzato a se stesso, bensì come volontà finalizzata a un ricongiungimento con il suo archetipo, con la sua vocazione originaria che sembra completamente perduta nell’attuale saccheggio perpetrato a danno di un luogo sempre più snaturato, ma che è invece antropologicamente da assecondare per riconvertire a una totale inversione di rotta l’evidente degenerazione urbana, così da ritrovare il suo naturale equilibrio con la gens che la abita e la vive.

Unde origo inde salus, dove c’è l’origine, lì c’è la salute, la salvezza, così è inciso sulla lastra circolare metallica, circondata da una corona di rose, al centro del pavimento della rotonda della chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia, esattamente al di sotto della lanterna dell’edificio del Longhena. E’ sostanzialmente questa la vocazione originaria che Morucchio vuole riproporre in un contesto contemporaneo con le sue opere, in un’accezione, quindi, di carattere estetico, ma anche etico, sociale e politico.

Il giovane autore veneziano partiva in Pulse Red dal centro ideale e storicamente propulsivo della città lagunare, dal suo omphalós, il suo ombellico rappresentato simbolicamente dal bacino di San Marco, esattamente dove la punta della Dogana s’incunea nello spazio equoreo, così importante nella tradizione e vocazione marinara internazionale della città. Si tratta di una penetrazione che idealmente sembra anticipare le soluzioni costruttivistiche e propagandistiche di un El Lissitzky, Insinua nei Bianchi il cuneo rosso, 1919-20, o Aleksandr Rodženko, Manifesto di propaganda del libro, 1924.

In Pulse Red l’oggetto del suo intervento è il globo d’oro sorretto da Atlante e sormontato da una figura femminile, allusiva della fortuna che ruota su un perno a seconda della direzione del vento, opera di Giuseppe Benoni. Idealmente si tratta di una sfera piccola contenuta nella più grande sfera del nostro pianeta, simbolicamente allusione al micro contenuto nel macro.

In Our ideas will triumph, Morucchio nel 2002, all’interno del progetto “Gemine Muse”, strutturava il suo intervento nella sala rossa di Palazzo Mocenigo ancora con un aggancio al passato traendo spunto da un dipinto che descriveva l’imboscata tesa dai corsari all’imbarcazione comandata dal capitan da mar Zaccaria Mocenigo. Il Mocenigo, considerata la mal parata in cui versava la situazione, decideva di far saltare l’imbarcazione con tutto l’equipaggio piuttosto che consegnarsi nella mani del nemico. Ovvio il riferimento ai sacrifici dei pasdaran o dei kamikaze dettati dall’esasperazione e dal fanatismo dei nostri giorni.

Nell’attuale proposta di Emerging code, Andrea Morucchio continua su questa traccia di riferimenti. Trae spunto da alcune fotografie dei gessi di Antonio Canova scattate nel ‘94 all’interno della Gipsoteca di Possagno. Il riferimento ai gessi puntinati del Canova hanno provocato in Morucchio una serie di considerazioni sul rapporto contrastato di amore e odio già tessuto dallo scultore con la città lagunare dove ebbe modo di dare avvio alla sua avventura artistica e dove finì i suoi giorni nel 1822 dopo essere vissuto prevalentemente a Roma, celebrato dal Cicognara che ne tessé l’apologia nella sua Storia della Scultura in Italia, sulla scia di quanto aveva fatto, nelle Vite, il Vasari per Michelangelo.

Per Morucchio i gessi di Canova rappresentano la volontà sensuale perseguita dall’artista nel raggiungere un concetto di bellezza assoluta, secondo i codici o meglio i canoni dei classici greci. I concetti estetici di Winckelmann sui valori ideali della tradizione statuaria greca identificabili nello studio del corpo nudo maschile, vengono riproposti da Canova nei suoi gessi che attraverso il sistema dei puntini possono consentire di trasporre le forme plastiche dal gesso al più nobile marmo di Carrara. Con Canova e il neoclassicismo pur in linea di convergenza con l’accademia e la tradizione occidentale, inizia l’arte contemporanea.

Inizia cioè quell’aspetto sofferto, conflittuale e politico che viene concretamente vissuto nell’ambito della Rivoluzione francese dell’ ‘89. Nelle riproposte parziali dei corpi riprodotti in una predominanza cromatica rosso-aranciato, viene ripresa con tale consapevolezza la necessità di ricercare un’ideale bellezza sempre più oltraggiata in una città che sembra aver perso definitivamente il suo ruolo e il suo antico splendore perché lontana irrimediabilmente dalla sua vocazione originaria. In questa accezione vanno anche intese le sculture bidimensionali in ferro in cui emergono sensualmente dei seni, dei germogli o meglio delle propaggini in vetro – materiale molto caro a Morucchio per la sua venezianità – che ovviamente richiamano ancora al sistema puntinato canoviano così fitto e ricorrente nelle forme plastiche dei suoi gessi.

“Emerging code”
Despared Gallery, Steven Joyce Director
15 Castray Esplanade Hobart 7000
T +613 6223 8266;
M +613 041 9355 758 F +613 6223 64 96;
http://www.despard-gallery.com.au/artists/morucchio/morucchio.html