Enrico Montesano mattatore al Sistina di Roma

Sino al 17 gennaio si replica “Il marchese del Grillo”, trasposizione in commedia musicale del film interpretato da Alberto Sordi

Il Marchese del Grillo, personaggio realmente esistito, fu rappresentato per la prima volta nell’omonimo film di Monicelli, scritto con De Bernardi, Benvenuti, Pinelli e Zapponi, destinato a godere di un successo duraturo grazie alle esilaranti vicende narrate e alle battute spassosse, ormai proverbiali, ma soprattutto all’interpretazione di uno dei più noti attori del nostro cinema, Alberto Sordi. Quale interprete contemporaneo poteva sostenere brillantemente il confronto con un’icona del cinema italiano quale Sordi, se non un’altra grande personalità, capace di incarnare lo spirito della romanità? Solo un grande attore è in grado di far proprio un personaggio così introiettato nell’immaginario collettivo, conferendogli nuove sfumature e un rinnovato spessore. Il Marchese del Grillo riproposto da Enrico Montesano infatti è molto distante dalla resa cinica e senza scrupoli di Sordi e attinge piuttosto dalla tradizione del Romano affabile e bonario, non privo tuttavia di un’indole beffarda. L’adattamento, firmato dallo stesso Montesano, dal regista dello spettacolo M.R. Piparo e da G. Clementi, è forse troppo fedele al film nel susseguirsi degli episodi, che narrano gli scherzi ad opera del Marchese (unico passaggio mancante quello che ha come protagonista, nel film, l’eccentrico Fra’ Bastiano).

Una riscrittura teatrale richiederebbe una propria cifra stilistica, che in questo caso è espressa soprattutto dall’interpretazione di Montesano, a tal punto originale rispetto al personaggio cinematografico, da esigere un finale differente, in cui il suo Marchese, con una tardiva presa di coscienza, è pronto a scontare la condanna a morte e salvare il suo sosia carbonaro, in un ideale richiamo alla medesima evoluzione finale del personaggio Rugantino (da lui interpretato nell’edizione del 1978). Molto suggestivo il sonetto finale recitato dal Marchese, che canta con disillusione quella Roma tanto amata sia dal personaggio che dal suo interprete, in una simbolica identificazione. I numerosi interpreti sono tutti abili e convincenti. Si segnala l’eccezionale presenza di Giorgio Gobbi nei panni di Ricciotto, il fedele servitore del Marchese, ruolo già ricoperto nella versione cinematografica, e del giovane Michele Enrico Montesano nel doppio ruolo dell’ufficiale francese e della guardia svizzera, che dimostra la stessa versatilità del padre. L’allestimento sceno-tecnico è ambizioso e ricalca, anche grazie all’ambientazione nella Roma papalina, la già citata commedia Rugantino di Garinei e Giovannini, pur nella consapevolezza che di quella tradizione illustre rimane solo Enrico Montesano.

Interpreti principali: Enrico Montesano, Giorgio Gobbi, Monica Guazzini , Giulio Farnese, Dora Romano Michele Enrico Montesano, Tonino Tosto, Ilaria Fioravanti, Benedetta Valenzano nel ruolo di Olimpia, Andrea Pirolli, nel personaggio di Aronne Piperno, Roberto Attias, e Gerry Gherardi.
_ Scene: Teresa Caruso
_ Costumi: Cecilia Bretona
_ Coreografie: Roberto Croce
_ Musiche originali: Emanuele Friello
_ Regia: Massimo Rome Piparo