E’ uscita nel novembre 2003 la settima edizione di Esercizi d’amore, traduzione italiana di Essays in love di Alain de Botton.
Come in Il piacere di soffrire ed in Cos’è una ragazza, questo giovane scrittore di formazione inglese analizza con deliziosa ironia il sentimento amoroso ricostruendone la genesi, lo sviluppo, le manifestazioni.
Ci racconta con giocoso distacco la danza dei sentimenti umani, sorridendone dall’alto senza mai cadere nella trappola del sentimentalismo né in quella del sarcasmo.
Leggere questa storia d’amore, unica eppure esemplare, è al tempo stesso piacevole ed illuminante: l’autore si diverte a portare allo scoperto, ed a mettere alla berlina, i nostri pensieri più riposti, quelli che cerchiamo di nascondere anche a noi stessi.
Qual è il vero motivo per cui ci innamoriamo? Cosa rende la persona amata speciale ai nostri occhi? Le sue doti incomparabili, il nostro innato bisogno di condividere la vita con qualcuno o forse il desiderio di ravvisare in un’altra persona la perfezione che non troviamo in noi stessi?
Perché tendiamo ad idealizzare l’oggetto dei nostri desideri, “anche a costo di chiudere gli occhi”?
E perché, spesso, l’incanto svanisce non appena l’essere perfetto ed irraggiungibile che bramiamo dà segno di ricambiare i nostri sentimenti?
Questi sono alcuni degli interrogativi cui cerca di rispondere il protagonista, che rimane anonimo e racconta in prima persona la sua storia con Chloe: dai primi timidi approcci alla conoscenza profonda della giovane donna e del suo vissuto; dall’iniziale entusiasmo degli innamorati, certi di essere nati l’uno per l’altra, ai loro tentativi di preservare il loro amore dal tempo e dalla volubilità dell’animo umano; dalle schermaglie della seduzione al consolidarsi del rapporto, sino alla presa di coscienza del fatto che è impossibile possedere qualcuno e costringerlo a volerci ancora, se qualcosa si è spezzato.
Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce; e la ragione, impotente di fronte alle bizze dei sentimenti, non può che cercare di mettere ordine, almeno retrospettivamente, nel mare magnum dei nostri desideri e delle nostre paure.
Altre possibilità non le sono concesse, purtroppo o forse per fortuna: non c’è nessun disincanto, nessuna determinazione che riesca ad impedire al protagonista di cadere ancora una volta nella dolce trappola dell’innamoramento… con la stessa incoscienza di un bambino che, dimentico delle raccomandazioni della mamma, perde la testa di fronte alla sua torta preferita.
le Fenici tascabili, Ugo Guanda editore, Parma, 2003.