“FERDINANDO” di Annibale Ruccello

Un fiore di carta che dopo vent’anni continua a sbocciare

In occasione del ventennale della scomparsa di Annibale Ruccello, Isa Danieli riporta in scena, senza retorica ma con nostalgia, quella che è considerata unanimemente l’opera più rappresentativa di un autore di culto prematuramente scomparso. Lo spettacolo, in tournèe in vari teatri italiani, è il fedele riallestimento della versione del 1986: non solo lo stesso gruppo di collaboratori, ma anche la regia è ancora quella originaria.

Nel 1986, in poco più di venti giorni, Annibale Ruccello compose “Ferdinando”, partendo dalla battuta finale e con in mente già la protagonista: Isa Danieli. L’omaggio di un autore, col tempo, è diventato per l’attrice un’eredità morale da onorare periodicamente: lei stessa ama definirlo “un fiore di carta”, che, conservato tra le pagine di un libro, viene tirato fuori di tanto in tanto e mostrato al pubblico per la sua bellezza.

Non è facile definire quest’opera: sembra un po’ un romanzo d’appendice, ma a tratti ricorda un racconto verista; è sorretta da una profonda analisi antropologica e storica del popolo napoletano e presenta, nel finale, anche elementi noir. L’intreccio è strutturato con grande maestria, su questo non c’è dubbio, tuttavia ciò che colpisce è l’accurata ricerca linguistica: vengono recuperate espressioni di una parlata antica, ironica e viva, ma la scelta del dialetto serve all’autore per sottolineare, soprattutto, sfumature e contrasti.

L’azione si svolge nel 1870, un anno prima della presa di Roma: in una villa vesuviana vivono, in esilio volontario, due donne. L’una, la baronessa Donna Clotilde, chiusa nella sua ipocondria e in una simulata infermità a letto, rifiuta culturalmente e storicamente la modernità, non solo ripudiando la nuova situazione politica e il re sabaudo, ma anche l’italiano “lengua straniera… barbara, senza sapore…senza storia…e senza Dio!”. L’altra, Donna Gesualda, sua cugina povera e zitella, che la accudisce e la sorveglia, intreccia una relazione clandestina con l’unico uomo che frequenta la casa: Don Catellino, curato dotto e vizioso. L’improvviso arrivo di Ferdinando, lontano nipote della baronessa del quale si ignorava l’esistenza, porterà scompiglio nella casa, facendo emergere passioni sopite, vizi e rancori.

Ruccello stesso, all’epoca della prima rappresentazione, precisò che il suo intento non era quello di realizzare un dramma storico, ma che il contesto era strumentale alla realizzazione di un ben più ambizioso progetto. L’opera, infatti, non solo esamina come i precari equilibri tra i tre personaggi vengano alterati dall’inaspettata venuta di un giovanotto “dalla bellezza morbosa e strisciante”, ma, con una prospettiva di grande profondità e modernità, analizza il mutamento di “rapporti affettivi intercorrenti tra quattro persone in isolamento coatto”. Donna Clotilde si trasforma, da malata immaginaria misantropa e reazionaria, in donna innamorata e gelosa; Gesualda, vistasi rifiutata dal parroco, ordisce una trama di ricatti e di vendette; Don Catellino perde progressivamente ogni ritegno, vivendo apertamente la sua ambiguità, e Ferdinando, che porta “’o nomme ‘e nu re”, finirà per rivelarsi Filiberto, impostore con il nome di un Savoia!

Lo spettacolo, dopo S. Maria Capua Vetere e Napoli, sarà a Roma, Catania, Torino, Milano, Reggio Calabria, Bari, Torre del Greco, Cosenza ed Avellino.

“FERDINANDO” di Annibale Ruccello
con Isa Danieli, Luisa Amatucci, Lello Serao, Adriano Mottola
regia di Annibale Ruccello (ripresa da Isa Danieli)
scene di Franco Autiero
costumi di Annalisa Giacci
musiche di Carlo De Nonno
www.teatrostabilenapoli.it