Ferreri: io e Buñuel al Cinema Trevi di Roma

Mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio

Ferreri: io e Buñuel

«Buñuel è un signore che ha ancora dei tabù, delle paure, una ideologia ben salda di origine ottocentesca contro cui cerca invano di scagliarsi. […] Io sono un italiano che ha assorbito quello che gli interessava della letteratura spagnola, lui è calato invece nella cultura spagnola, nelle credenze e nelle superstizioni di lì. Lui ha ancora paura della grandine, del tuono, di Dio, dei preti. Io assolutamente no. A me piacciono i film di Buñuel ma non condivido per niente quello che dice. Può darsi che ci sia un accostamento in quanto anch’io uso i nani, le vecchie, la brutta gente come fa Buñuel. Però è un accostamento esteriore» (Maurizio Grande, Marco Ferreri, Il Castoro Cinema, La Nuova Italia, Firenze,1980).

mercoledì 8

ore 17.00

El pisito (1958)

Regia: Marco Ferreri, Isidoro M. Ferri; soggetto: da un racconto Raphael Azcona; sceneggiatura: Marco Ferreri, Raphael Azcona; interpreti: José Luis Lopez Vazquez, Maria Carrillo, Concha Lopez Silva, José Cordero, Andrea Moro, Celia Condo; produzione: Documento Film; durata: 90’

Un impiegato di Madrid rinvia le nozze perché non possiede una casa. Per risolvere il problema sposa la proprietaria della pensione in cui vive, attendendone la morte e l’eredità. Film d’esordio di Ferreri, presentato al festival di Locarno, dove ottiene il premio Fipresci. Muovendo da uno spunto neorealista, il regista svela il lato grottesco e cinico della quotidianità. La critica è costretta a cercare fuori dall’Italia possibili affinità: Bardem, Berlanga, ma soprattutto Buñuel. Non male per un giovane “emigrato” in Spagna per vendere attrezzature cinematografiche.

ore 19.00

El cochecito (1960)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: da un racconto Raphael Azcona; sceneggiatura: Marco Ferreri, Raphael Azcona; interpreti: José Isbert, Pedro Porcel, José Luis Lopez Vazquez, Maria Luisa Ponte, Antonio Gavilan, Lepe; produzione: Portabella Film; durata: 88’

L’altra faccia di Umberto D.: un ricco borghese, ormai anziano, completamente ignorato dalla sua famiglia, sopravvive in preda alla noia. Trascorre le giornate con un gruppo di paralitici, ma viene escluso anche da loro, quando essi, ad uno ad uno, acquistano el cochecito, la carrozzella a motore. A Don Anselmo non rimane altro che procurarsi una carrozzella, ad ogni costo… Terzo e ultimo film spagnolo di Ferreri, che vince numerosi premi e ottiene vasti consensi dalla critica. Il teatro della crudeltà ferreriano comincia a mietere le sue vittime: l’ipocrisia familiare, la vecchiaia, la normalità.

ore 21.00

L’ape regina (1963)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Goffredo Parise; sceneggiatura: Rafael Azcona, Marco Ferreri; collaborazione alla sceneggiatura: Diego Fabbri, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa; interpreti: Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini, Riccardo Fellini, Igi (Gianluigi) Polidoro; produzione: Sancro Film, Cocinor (Parigi), Films Marceau (Parigi); durata: 90’

Il matrimonio secondo Ferreri: tomba dell’amore e non solo… Un quarantenne si decide a compiere il grande passo portando all’altare una ragazza molto più giovane, illibata e di buona famiglia. Ma la coppia “scoppia” sotto il peso delle convenzioni. Primo film “italiano” del regista milanese, il quale sovverte l’ordine familiare scatenando la reazione della censura, che manomette il film e cambia il titolo (Una storia moderna: l’ape regina) per circoscrivere l’attacco del regista a una critica della modernità. Con tanto di dichiarazione in apertura, imposta a Ferreri, di difesa dei «solidi e immutabili principi della morale e della religione». Dichiarazione di principio che non resiste all’urto del film, che valse a Marina Vlady il premio a Cannes per la migliore interpretazione femminile.

giovedì 9

ore 17.00

L’harem (1967)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri, Rafael Azcona, Ugo Moretti; sceneggiatura: Marco Ferreri; interpreti: Carroll Baker, Gastone Moschin, Renato Salvatori, Bill (William) Berger, Michel Le Royer, Clotilde Sakaroff; produzione: Alexandra Produzioni Cinematografiche, Sancro International, Paris Cannes Production (Parigi); durata: 96’

Una giovane e affermata architetto intrattiene relazioni sentimentali con più uomini finendo per apparire, ai loro occhi, come una nemica piuttosto che come un’amante. Ferreri gioca sul tema dell’emancipazione femminile e tenta di scardinare il processo di costruzione del film: «L’harem è un film che ho montato contro come l’ho girato; e che ho girato contro come l’ho scritto». Titoli di Mario Schifano e cameo di Ugo Tognazzi.

ore 19.00

Il seme dell’uomo (1969)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri; sceneggiatura: Marco Ferreri, Sergio Bazzini; interpreti: Anne Wiazemsky, Marco Margine, Annie Girardot, Rada Rassimov, Maria Teresa Piaggio, Milvia Frosini; produzione: Polifilm; durata; 113’

La televisione annuncia la fine del mondo a causa di una misteriosa peste e i due giovani protagonisti si rifugiano in una casa in riva al mare. Lui vorrebbe assicurare un futuro all’umanità attraverso la procreazione, lei si rifiuta. Come scrisse Maurizio Grande, «la fecondazione della donna è l’ultimo gesto di consenso ad un mondo di valori morti che si vuole ricostituire nella falsità ideologica di una visione acritica della realtà e della società». Il dissolversi del mondo fotografato dall’occhio apocalittico di Ferreri, che sancisce la fine dei sogni infantili attraverso il ritrovamento dello scheletro di una balena mentre la bandiera del consumismo, una bottiglia della Pepsi-Cola, vola nell’aria.

ore 21.00

La grande abbuffata (1973)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri; sceneggiatura: Marco Ferreri, Rafael Azcona; interpreti: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andréa Férreol, Monique Chaumette; produzione: Films 66 (Parigi), Mara Films (Parigi), Capitolina Produzioni Cinematografiche; durata: 125’

Il film scandalo di Ferreri. Quattro amici si riuniscono in una villa fuori Parigi per trascorrere una notta a base di cibo e sesso. Fino alla nausea, fisica ed esistenziale. Il gusto dell’eccesso esalta i temi cari al regista: l’isolamento, la spinta all’autodistruzione, generata dal consumismo, la degradazione, la morte dell’individuo, dietro la quale si cela il declino di una società. Il tutto condito con humour nero e una vena sarcastica che mette a nudo la disperazione dell’essere umano. Un film strabordante che cancella i limiti di tutto ciò che è ragionevole.

Cinema Trevi
Vicolo del Puttarello, 25
Roma
Tel.: 06 72294301
www.csc-cinematografia.it