Ferzan Ozpetek presenta “MINE VAGANTI”

La fortuna e l'importanza di essere "Mine Vaganti"

Ci ha ammaliati con “Le fate ignoranti”, allettati con “La finestra di fronte”, sperduti con “Cuore Sacro”, stregati con “Saturno Contro”, confusi con “Un giorno perfetto”. Stiamo parlando di lui, Ferzan Ozpetek, regista generoso, coraggioso e creativo. Ora, ritorna al cinema con “Mine Vaganti”, un’opera soave, una commedia brillante che pervade, di emozioni forti, l’anima.

Le Mine Vaganti sono quelle persone che, per fortuna, sovvertono l’ordine, ribaltando le posizioni e le situazioni. E l’unica cosa da fare è adeguarsi!
In una splendida giornata di sole, allegra e primaverile come è questo suo ultimo lavoro, abbiamo incontrato il regista e parte del cast per parlare di Mine Vaganti, appunto.
Ozpetek ci ha comunicato, con tutto il suo entusiasmo, la sua gioia, per aver realizzato un film, fatto come voleva, senza badare a quello che possano pensare altri. E la sua positività nei confronti della vita ha ravvivato di semplicità l’atmosfera.

Nel film si respirano molti cambiamenti. Ha lasciato come sfondo il quartiere di Roma per Lecce, anche lo sceneggiatore è cambiato. Con quale emotività ha vissuto questo?

È un po’ come dopo un lungo matrimonio. Si incontra una persona, si comincia a uscire, c’è il cuore che ti batte di più e la sera, quando torni a casa, hai un’emozione più forte. Ecco, ho avuto questo tipo di esperienza facendo questo film. Il cambiamento è iniziato cambiando città. Sono andato a Lecce, e, con un po’ di timore durante il viaggio, mi dicevo “chissà se questa città darà le sensazioni di Roma?! Invece è stato molto molto bello.
In ogni caso per questo film io volevo il Sud con le sue particolarità, la classicità e le tradizioni. E Lecce ha una splendida atmosfera, dall’estetica dell’architettura agli ambienti naturali, al cibo eccellente, tutto un insieme di cose che da tempo mi spingevano a cercare laggiù la collocazione del mio film. E il risultato è stato meraviglioso, un’accoglienza straordinaria. Devo dire che dopo l’esperienza di Lecce mi sento più forte nell’affrontare la vita, sono entrate tante persone nuove nella mia esistenza, una serie di amici salentini che spero possano rimanere a lungo nella mia vita
Ogni tanto ho nostalgia di quelle settimane… mi danno malinconia queste cose belle che ho vissuto. Mi sono ritrovato con un gruppo di persone generose. Da Ivan Cotroneo, lo sceneggiatore che è sempre stato presente sul set, a Domenico Procacci, che aveva prodotto già il mio film precedente Un giorno perfetto.

La cucina, è sempre un tema ricorrente nei suoi film, poi qui le rivelazioni avvengono sempre intorno alla tavola..

La cucina è molto importante nella mia vita. La tavolata, per esempio, la trovo un momento molto bello. Trovo quasi sacro il momento in cui la famiglia, gli amici si ritrovano davanti a una tavola e al cibo. Però, in questo film… siccome mi piacciono le tavolate, mi piace la cucina del Salento, i colori, la varietà,… e siccome c’è stato un critico che ha scritto che non vorrebbe più vedere le mie tavolate sullo schermo… ogni volta si rideva quando si preparava per la colazione e per il pranzo!
Ma io ho fatto quello che volevo fare, senza badare a cosa puo’ pensare questo o quello! Io non seguo regole della pubblicità, io ho fatto quello che volevo fare liberamente, ho girato tutte le scene che volevo girare liberamente. Uno deve fare quello che si sente di fare insomma!

Come vede la famiglia?

Per me la famiglia è quella classica e specie in questo film ho sentito la presenza e la forza del rapporto padre, madre e figli. Ci tengo però nello stesso tempo a considerare la famiglia degli amici e degli affetti sinceri al di là dei legami di sangue. Io racconto la vita, c’è di tutto nella vita.

Da quali spunti o suggestioni siete partiti nell’elaborazione dello script e quanto è fedele il girato alla scrittura?

Sono partito da una idea che riguardava un fatto vero accaduto ad un mio amico, all’inizio c’èra una confessione-rivelazione tra due fratelli, una cosa da cui il mio amico è uscito quasi distrutto. Poi ho steso la sceneggiatura con Ivan Cotroneo e insieme cambiavamo dialoghi e modificavamo le scene a seconda dell’atmosfera del set. Ci sono stati in effetti vari interventi e trasformazioni.

Un cast ricco ed importante che ha miscelato tra nomi già familiari al suo cinema (Grimaudo, Fantastichini, Savino) e scelte inedite (Scamarcio, Preziosi, Pecci, Ricci, la Occhini). Quali idee ci sono dietro le scelte degli interpreti per i ruoli principali e non?

Con Scamarcio e Preziosi volevo lavorare da tempo, diciamo che li avevo nel mirino. Elena Sofia Ricci mi sembrava perfetta per il ruolo. Ho apprezzato molto Pecci che ha accettato un ruolo così particolare e insolito nella sua carriera ancora prima di leggere la sceneggiatura, come è stato del resto per tutti gli altri attori. Poi sulla sceneggiatura abbiamo fatto tutti insieme come al solito una bellissima lettura iniziale ed altre più specifiche sui singoli ruoli nelle settimane successive una volta giù nel Salento. Con Ennio e Lunetta si è rafforzata la bella collaborazione che avevamo già sperimentato e Nicole Grimaudo mi ha dato ancora una volta grandi soddisfazioni. Con il cast abbiamo stabilito un rapporto alchemico molto costruttivo, felice, positivo.

Come riesce a mettere insieme sempre un cast così perfetto per i suoi film? Non deve essere certo facile!

Grazie! In questo caso vado a sensazione. Io non faccio mai provini. Incontro l’attore, chiacchieriamo, per capire se sono giusti o no per la parte. In questo film ho fatto solo un unico provino per il ruolo di Alba, che poi è andato a Nicole Grimaudo. Ho provinato, per la prima volta, dodici attrici italiane, della sua età. Ho scelto Nicole perché aveva quel qualcosa in più per il personaggio, che le altre non possedevano. Ma sono entrato in crisi perché mi piacevano tutte e dodici. Allora mi sono detto meno male che non faccio i provini per gli attori, se no sarei molto in difficoltà. Credo che il cinema italiano in questo momento ha una risorsa enorme di attori bravi, mentre i registi e le sceneggiature, non ne sono all’altezza.

Come è stato lavorare con Ferzan Ozpetek?

Ennio Fantastichini (Vincenzo): Nel mio caso questa è stata una doppietta, dopo Saturno contro. È una fortuna. Credo che gli attori in generale abbiano sempre a fianco la fanciullezza, intesa come quello spirito che non ti fa mai perdere il fanciullo interiore. Sul set di Ferzan quando si fa un tentativo di raccontare un gruppo, un insieme di persone, ci si diventa un po’ prima fanciullo. In questa situazione a Lecce, che è stata accogliente, ci ha aiutati molto ad avvicinarci. Mi ricordo le serate, le cene… e tutto questo dà forza al lavoro del gruppo perché si crea un’interazione che considero fondamentale, poi, in questo lavoro. Io sono sempre attratto da personaggi lontani da me e mi piace rappresentare altre vite. Vincenzo è un personaggio al quale ho tentato di dare una parte di malinconia e di tenerezza, sembra un omone grande, ma ha un’ anima divisa in due, un’anima rotta, che spero di essere riuscita a raccontare.

Elena Sofia Ricci (Zia Luciana): Per me è stata una magia. Sognavo da almeno dieci anni di lavorare con Ferzan e finalmente questo sogno si è avverato. Non speravo si potesse realizzare in un film così bello e in un personaggio così desueto. Sarò grata per tutta la vita a Ferzan per avermi chiamata a fare un ruolo che non fosse una mamma!
E questo per me è stato un grandissimo risultato e in più che zia!!! Una possibilità di mettermi in gioco come attrice e come donna. Perché questa zia Luciana, a parte la cecità – che è una cosa che mi riguarda abbastanza – per il resto non ha nulla di me. Io sono noiosissima nella vita, zia Luciana è molto meglio di me! Ho cercato di rendere un affettuoso e ironico omaggio alle vere zie Ferzan. Perché zia Luciana esiste: è la summa di tre zie di Ferzan, che nessuna mente avrebbe mai potuto immaginare così geniale. E poi la possibilità di lavorare a Lecce!Dove siamo ingrassati tutti! È stato molto bello il lavoro che abbiamo fatto prima. Ferzan ci ha radunati a casa sua, intorno al suo tavolo. Ci ha resi partecipi. Non mi era mai successo che un regista ci chiedesse di interagire, che un regista ascoltasse così tanto le voci dei propri attori e di tutti i collaboratori. Ognuno poteva dire la sua. E, poi, in trent’anni di contributi, che ho messo da parte, non mi sono mai emozionata così tanto su un set, ma proprio commossa. Per quanto il film sia una commedia, che sa far ridere e piangere, piangere e ridere in continuazione, così è stato sul set. Ci siamo divertiti, ma io, personalmente, mi sono anche commossa più volte!”

Alessandro Preziosi (Antonio): Mi ritengo molto molto fortunato per aver preso parte a questo film, mi sembrava che ci fosse sempre il sole durante la lavorazione del film con Ferzan. È stata un’esperienza molto importante. Mi si è realizzato un sogno. Abbiamo lavorato con intensità su Antonio, per rendere credibile il suo innesto nella storia, senza tanti complimenti, in rispetto a tutta la confusione, che desta la situazione. È stato un lavoro sincero, molto onesto. Per me è la prima parte di una lunga serie di ruoli gay che farò (ride). Ma parlavo prima con Ferzan, su questa forma di amore che ritengo eccezionale, l’amore che ci può essere tra due uomini, e credo che forse sia sbagliato ritenerla eccezionale, perché ho sempre creduto che due uomini possano amarsi di più, rispetto a quanto possano amarsi un uomo e una donna. Oggettivamente, credo non ci sia nulla di speciale, perché l’amore passa attraverso le persone, al di là del loro sesso. La loro potenza si basa non su etichette. Quindi ho vissuto questo amore, nei confronti di questo fidanzato, che il pubblico non vede, e questo mi ha mosso, ha mosso il mio percorso nell’interpretare Antonio all’interno della famiglia.

Riccardo Scamarcio (Tommaso): Non ho granchè da dire. Credo che la cosa che più mi ha colpito in questo lavoro, è stata la sintonia che si è creata tra me e Ferzan. E poi il mio personaggio centrale alla storia, che si muove in uno spazio con personaggi meravigliosi, magistralmente interpretati dai miei colleghi. Tommaso richiedeva una certa recitazione un po’ naturalista. Sono riuscito a trovare il tono delicato del personaggio, questo senso di onestà e giustizia, che Tommaso porta. Io nella vita sono una persona molto impulsiva e per riuscire ad apportarmi a questa morbidezza di Tommaso devo dire grazie al grande amore di Ferzan ha nei confronti degli attori, alla sua capacità di cogliere qualcosa di personale e di darti la possibilità di raggiungere qualcosa di personale. Ferzan è sempre pronto, anche a prendere gli impresti della scena. È stata un’esperienza incredibile.

Nicole Grimaudo (Alba): Non so che dire nemmeno io! Ci tenevo a ricollegarmi a quello che diceva Ferzan prima, riguardo al provino. Nonostante abbia già lavorato con lui (Un giorno perfetto), ma all’epoca non feci il provino. È stato entusiasmante essere richiamata per il provino… e poi con lui che non è capace a fare provini! Si sente a disagio a provinare, era più emozionato di noi. Ma è stato divertente, mi ha spronato parecchio. Anche solo leggendo le scene del provino, io volevo essere Alba. Si avvertiva quest’animo come di un animale ferito, di una donna che soffoca un urlo, che ha dentro qualcosa di sepolto, che necessita di venire fuori… una donna che ha bisogno di amare e di essere amata, ma che probabilmente ha difficoltà, c’è un muro fra lei e gli altri. L’incontro con Tommaso è luce, capisce che il suo cuore batte. A modo suo Tommaso è la persona giusta, è un’amicizia fatta di una sorta di innamoramento, perché lei acquista la voglia di amare, di trovare la persona giusta. Il personaggio di Alba non è stato facile, andava tutto calibrato e raccontato anche senza parole. Le emozioni di Alba andavano trasmesse anche attraverso uno sguardo, un piccolo gesto. È stato entusiasmante, soprattutto la possibilità di arrivare sul set e modificare la scena. Perché con Ferzan è così, devi arrivare con il cuore aperto, sempre pronta a modificare qualcosa, perché sul set c’è un’energia molto forte. Niente è mai scontato.

Foto a cura di Ilaria Falcone Copyright © NonSoloCinema.com – Ilaria Falcone