Monica Zuccon è direttrice artistica della storica festa della risata, che inizia il 17 e prosegue fino al 22 agosto nel centro del piccolo borgo della Val Vibrata.
In omaggio a padri e madri della rivista italiana, l’artista e l’irresistibile Salvatore Esposito presenteranno ogni sera dei siparietti di avanspettacolo umoristico e musicale. Alla surreale comicità veneta è affidata anche l’anteprima di Natalino Balasso, scoperto dal Festival e protagonista di un’esilarante conduzione nella seconda edizione del 1988, quando nessuno conosceva il suo alter ego Anatoli Balash. L’attore porge una collezione di pezzi, monologhi, e tirate comiche degli spettacoli dell’ultimo decennio (in piazza Dauri alle 21). Domenica 18, a partire dalle 21.30, nell’ambito di Comicinati, vetrina riservata a cabarettisti emergenti, si esibirà Ruben Spezzati, mentre in piazzetta delle Piagge una ricca sezione video, curata da Leonardo Persia, farà luce sulla storia della rassegna; per privilegiare il linguaggio universale dell’arte circense, i “Mumusic Circus”, i polistrumentisti e artisti spagnoli Marcal Calvet e Ivan Verges, saranno impegnati alle 22.30 in un divertente spettacolo di musica, mimo, acrobazie. Il 19 sarà la volta di “Tamburi Pazzi”, show comico-musicale in puro slapstick di Valter Rado, da tempo attivo in Germania, allievo del grande Leo Bassi, e Massimo Tuzza; in prima serata mimo sonoro con Carlo Della Santa. Martedì 20, per Comicinati, il veneziano Luca Klobas, alias lo zingaro Ratko di “Zelig”; la scena sarà poi all’argentino Loco Brusca, eclettico artista di strada, mimo, danzatore e clown. Il 21 l’esibizione di Stefano Bellani, anche lui familiare al pubblico di “Zelig”, precede l’eclettica performance della francese Sophie Talon, nata a Nimes da una famiglia spagnola, attrice, cantante, burattinaia, clown. Conclusione il 22 con “Un pizzico di impegno”, una serata di riflessione insieme a Roberto Citran, attore di cinema, interprete prediletto di Mazzacurati e Piccioni, che darà voce alle pagine del libro “Nel nome del padre”, scritto dal giornalista Claudio Fava per ricordare il padre Giuseppe, ucciso nel 1984 dalla mafia. Imperdibile Festival del teatro gestuale, per superare l’ostacolo della lingua.
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