GANGSTERZY I FILANTROPI (Gangster e filantropi)

Tra Roma e Varsavia: due capitali nel cinema - La scheda del film

Polonia, 1963, b/n, 85’

Il film è composto da due racconti i cui contenuti vengono
annunciati dal titolo: il primo è una storia di gangster, il
secondo invece parla di filantropia mal interpretata. Il
protagonista della prima storia, il “Professore” , capo di
una gang, ha elaborato nei minimi particolari il piano della
rapina di un furgone portavalori. Sfortunatamente il
“Professore” non ha previsto l’impatto con le assurdità della
realtà polacca. Il suo piano finisce in catastrofe. Il protagonista
del secondo racconto, un modesto assistente di
laboratorio e marito succube, Anastazy Kowalski, mette distrattamente
in un bicchiere di vodka ordinato in un locale
un alcolometro. Quel gesto fa scattare il panico tra il personale
che è solito diluire le bevande alcoliche servite ai
clienti. Scambiato per un ispettore, il nostro protagonista
viene pagato, fatto che, date le sue modeste condizioni
economiche, gli apre nuove allettanti prospettive. D’allora
in poi comincia a visitare altri ristoranti provocando ogni
volta il panico del personale gastronomico in tutta la città.
Una brillante commedia satirica, che rappresenta l’immagine
della realtà polacca degli anni Sessanta, il primo film
a soggetto di una celebre coppia di documentaristi – Jerzy
Hoffman e Edward Skorzewski. Realizzata negli autentici
locali di Varsavia, nelle sue strade, con uno sguardo acuto
tipico degli autori e la cura per i dettagli, è diventata un
vero successo, conquistando approvazione da parte degli
spettatori e della critica.

“Con i Gangster i realizzatori debuttano in un film a soggetto,
ma la loro esperienza di documentaristi gli serve anche
in questo caso – scrive una giornalista su “Przekroj” del
10 febbraio 1963 – “Un modo ingegnoso di osservare la vita
di Varsavia (soprattutto la vita dei locali gastronomici),
i tipi caratteristici, la disinvoltura con la quale conducono
i loro protagonisti per le strade e locali della città, tutto
questo dimostra come gli autori siano riusciti a cogliere le
particolarità dell’ambiente e quanto realmente si intendano
di arte cinematografica […] da tempo immemorabile
non si vedeva (almeno nella nostra cinematografia) un
film con tale quantità di gag. […] I dialoghi (di Bohdan
Czeszka) sono scorrevoli e allegri; la fotografia (di Jerzy
Lipman) rende bene il clima della capitale; una piacevole
canzone di Kaszycki con il testo di Osiecka viene accuratamente
eseguita da Irena Santor (voce) e Barbara Modzelska
(corpo). Gli attori? Fantastici. […] in breve un gran divertimento,
un po’ di emozioni, tanto fascino”.

Zygmunt Kaluzynski scrive su “Politika” (n. 9, 1963):
“Gangster e filantropi si distingue per un’abilità che porta
questo film ai livelli dei buoni film d’intrattenimento mondiale,
il che non è lode da poco […] Questa comicità è forse
una delle più grandi scoperte della nostra arte degli ultimi
anni, proprio perché è nostra, e sorge proprio dalle
osservazioni locali, dal nostro terreno, dove scorre la linea
di confine tra due civiltà”.
Secondo Oskar Sobanski (“Dziennik Ludowy”, n. 47, 1963):
“Da 8 anni una coppia inseparabile di registi, Jerzy Hoffman
e Edward Skorzewski, sono tra i migliori documentaristi
polacchi. […] Ampi interessi e varietà di mezzi artistici
adoperati non hanno impedito ai registi di elaborare uno
stile originale e speciale. Il mondo viene osservato con una
particolare grinta che tende a risaltare i suoi contrasti e
paradossi. Il modo di rappresentare la realtà, fresco e sorprendente,
induce a riflettere ed è sempre quello giusto.
Possiamo ritrovare le migliori caratteristiche del loro stile
nel film a soggetto con cui esordiscono, Gangster e filantropi,
probabilmente il più documentario tra i film a soggetto
polacchi. […] La nostra realtà vista attraverso gli occhi
di questi eccellenti documentaristi spesso fa pensare a
una “commedia pazza””.

Jerzy Plazewski nella sua recensione pubblicata sul “Przeglad
kulturalny” (n. 9, 1963) dice: “Ecco che i corifei del
documentario polacco fanno il loro primo lungometraggio.
I risultati? Non è solo un film a soggetto ma anche una divertente
commedia che ci fa ridere. L’atipicità della biografia.
La sorpresa. Lo spirito che appare dove vuole. […]
Lo schema della commedia criminale, che soprattutto nel
primo racconto appare un po’ sbiadito, è contrapposto alla
realtà di quella strana città sulla riva della Vistola, fornisce
conclusioni contrarie a quelle che ci si prefiggeva di dare,
paradossali e vere. Siamo sorpresi. E ci divertiamo un sacco”.
A sentire Aleksander Jackiewicz di “Film” (n. 10, 1963):
“con Gangster e filantropi si rivelano non solo due ennesimi
talenti da autori di commedie, ma dei talenti tout
court”. Fino ad oggi il film ha mantenuto parecchi dei suoi
pregi. In occasione della proiezione televisiva un critico di
“Zycie Warszawy” del 23.07.1999 scrive: “finora questo
film non ha perso la sua posizione quale uno dei migliori
film di questo genere nella cinematografia polacca del dopoguerra.
Gli autori hanno mostrato alcune assurdità della
realtà del socialismo (ovviamente solo quelle che potevano
essere mostrate, ovvero quelle lontane dalla politica)”.

Regia: Jerzy Hoffman, Edward Skorzewski;
Sceneggiatura:
Edward Skorzewski, Jerzy Hoffman;
Fotografia: Jerzy Lipman;
Musica: Lucjan Kaszycki;
Scenografia: Roman Wolyniec;
Costumi:
Katarzyna Chodorowicz;
Interpreti: Wieslaw Michnikowski,
Kazimierz Opalinski, Zbigniew Oksza, Mieczyslaw Pawlikowski,
Bogdan Krzywicki, Zdzislaw Tobiasz, Janusz Hahn, Ryszard Pietruski,
Gustaw Holoubek, Wojciech Rajewski, Jerzy Hoffman,
Janusz Nasfeter;
Produzione: Gruppo Cinematografico Kamera.