Il tour trainato dall’album Grazie, ultima fatica discografica della rocker senese, è approdato anche a Padova sabato 18 Marzo. “Un tour fra il rock pesante e l’acustico scarno, basato sui contrasti, come lo sono io”, così lo descrive Gianna Nannini, e così è stato.
Il palaBernhardsson ha accolto i circa tremila spettatori accorsi per seguire il concerto dell’infaticabile Gianna Nannini. Un pubblico eterogeneo e vario, composto sia da quarantenni che da ragazzine, da rockettari scatenati e persone tranquille.
Gianna Nannini si presenta puntuale sul palco, e fin dal primo giro di chitarra si capisce che questo è un concerto che punta a travolgere gli spettatori. Si comincia infatti con Possiamo sempre, tratta da Grazie, un brano tiratissimo che inneggia alla libertà individuale. E si prosegue così, tra chitarre graffianti e ritmi sostenuti fino ad arrivare all’attesa Sei nell’anima, primo singolo dell’ultimo disco, che smorza, per un attimo, i toni dello spettacolo. Le canzoni si susseguono una dietro l’altra, interrotte solo dagli applausi e dalle urla del pubblico, e conducono l’ascoltatore in un percorso altalenante tra la forza istintiva e liberatoria del rock e la dimensione interiore e più sofferta delle ballate.
Oltre ai brani tratti da Grazie, Gianna Nannini ripropone i suoi vecchi successi come Meravigliosa creatura, Amandoti, Latin Lover, America, Bello e impossibile e I maschi, che brillano di nuova luce grazie ai nuovi arrangiamenti. Su tutti spiccano le coinvolgenti versioni di Scandalo, in cui, nel finale, Gianna Nannini aggiunge un “ Alla faccia della carità, dei politici e della vostra”e di Fotoromanza, che vede la cantante arrampicarsi sulla torre audio per salutare il pubblico delle gradinate. Due brani che a distanza di quasi trent’anni riescono ancora a far vibrare l’anima dello spettatore e a far cantare e saltare all’unisono persone di tutte le età. Nonostante l’alto tasso di adrenalina dello spettacolo, non sono mancati i momenti acustici e intimi, come Ragazzo dell’Europa, introdotto da un intenso assolo di pianoforte della Nannini e di Lohr, Treno bis e Alla fine.
Gianna Nannini trasmette grinta, ha una carica e una presenza scenica invidiabile, e riesce a trascinare il suo pubblico come pochi sanno fare. Sembra instancabile sul palco del PalaBernhardsson, parla poco, solo qualche frase rivolta al pubblico, e si ferma e solo per ringraziare la band e per accogliere in un virtuale abbraccio gli spettatori. I musicisti che accompagnano la Nannini, Christian Lohr (programmazione e tastiere), Giacomo Castellano (chitarre), Dado Neri (basso), Paolo Valli (batteria) e Martina Marchiori (violoncello), riescono a sostenere la sua voce ruvida e dolce, ad assecondarne gli impeti più energici e i momenti più delicati.
Un concerto che si vive fino in fondo solo se si lasciano vibrare le proprie emozioni e si asseconda la propria parte istintiva, lasciandosi andare a un urlo liberatorio.