Con l’uscita dell’album Grazie Gianna Nannini arriva al suo ventunesimo lavoro. È l’album che l’ha riportata dritta in cima alla classifica dei dischi più venduti e al cuore dei fan.
Dopo la rivisitazione per archi dei suoi brani classici di Perle, la rocker senese è tornata con un album di canzoni nuove, denso di atmosfere personali, ruvido e dolce allo stesso tempo. Sono dieci i brani che costituiscono Grazie: Sei nell’anima, Possiamo sempre, L’abbandono, Grazie, Le carezze, Babbino caro, Treno bis, Io, Mi fai incazzare e Alla fine. Ognuno di loro racconta una storia, toccando varie tematiche, dal contesto sociale, all’amore, alla perdita del padre. Testi intimi e privati, urlati e sussurrati, accompagnati ora da chitarre graffianti, ora da morbidi giri di archi. Musica e parole che sanno toccare il cuore di chi le ascolta, anche di chi non è un fan della Nannini.
Il singolo che fa da traino al disco, Sei nell’anima, ha un suono completo, come quasi tutte le altre tracce, grazie alla produzione di Wil Malone, e rappresenta bene le sonorità dell’intero lavoro. Un album in cui si passa dal rock duro di Possiamo sempre, alla dolcezza di Alla fine, alle atmosfere acustiche di Treno bis, e a quelle oscure di Le carezze e di L’abbandono. Su tutte, oltre al singolo, spiccano Grazie, che si staglia potente e assoluta e Babbino caro, la canzone dedicata al padre scomparso, che spiazza per un testo molto intimo e sentito accompagnato da una musica a tratti rabbiosa che esprime le emozioni contrastanti della perdita. La voce di Gianna Nannini è lo strumento principale su cui poggia sicuro tutto il disco: è capace di tono scuri, graffianti e aggressivi, ma anche di voli dolcissimi e sinuosi.
Grazie è un album che trasmette grinta anche raccontando le difficoltà della vita e delle relazioni con gli altri, che lascia emergere la voglia di guardare avanti comunque. L’importante è puntare sempre al futuro. Nonostante tutto.
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