Gillo Pontecorvo, un autore coraggioso e riflessivo

Roma, Cinema Trevi, domenica 12 novembre 2006

Gillo Pontecorvo, un autore coraggioso e riflessivo

La sera del 12 ottobre moriva a Roma un grande regista, ma anche un eccezionale organizzatore culturale. Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale gli vuole rendere un piccolo e sentito omaggio, “ritagliando” alcune parole dall’articolo commosso di Irene Bignardi («La Repubblica», 13 ottobre 2006), autrice anche dell’indimenticabile Memorie estorte a uno smemorato. Vita di Gillo Pontecorvo (Feltrinelli, Milano, 1999): «Oltre che nelle storie del cinema, oltre che nel ricordo allegro degli amici che hanno condiviso con lui un pezzo della sua straordinaria vita, oltre che nella memoria della sua famiglia, Gillo Pontecorvo dovrebbe restare anche nel Guinness dei primati. Perché credo non ci sia un altro autore di cinema che sia riuscito a girare così pochi film nell’arco di una così lunga e bella vita, cinque e mezzo in tutto, per rubare la modalità di calcolo a Fellini. E che sarebbe comunque rimasto nella storia del cinema e nella memoria collettiva per un film che torreggia su tutti gli altri, che tutti ricordano, che ha parlato a tutto il mondo: La battaglia di Algeri (Leone d’oro a Venezia nel 1966) e che, ogni volta che lo si vede, sorprende per la potenza, l’onestà, la profondità, l’intelligenza politica, la capacità di emozionare – qualcosa che solo il grandissimo cinema sa dare. Ma ricordare Gillo (devo dirlo: il “mio” amico Gillo, con cui ho lavorato, chiacchierato, litigato, e passato molte ore a “estorcergli”, così lui diceva, le sue memorie di vero o finto smemorato per la sua biografia che andavo scrivendo), ricordare Gillo vuol dire parlare non solo del regista ma di una persona e di una avventura umana uniche e speciali, di una vita divisa in tante tranche avvincenti e avventurose. […] E lui, Gillo, serenamente pigro, innamorato della vita, dei suoi piccoli rituali, dei suoi tre figli, di sua moglie Picci, dei fiori che coltivava con rimarchevole pollice verde e con un paio di cesoie sempre in tasca destinate soprattutto a rubare bulbi e talee in casa altrui, non aveva voglia di combattere, con la sua amabilità da folletto e la sua cocciutaggine da pasionario, per qualcosa che non fosse un grande progetto emozionante. Era capace di vivere con poco. La sua colorata casa di Roma, gestita con gentilezza poetica da Picci, è sempre stata un approdo di amicizie e sentimenti, lontana da qualsiasi mondanità romana. E la sua storia è la storia di un uomo che ha saputo vivere la vita fino in fondo, testardamente godereccio con poco, cercando sempre di pensare in grande».

ore 17.00
Queimada (1969)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto e sceneggiatura: Franco Solinas, Giorgio Arlorio; interpreti: Marlon Brando, Evaristo Marques, Renato Salvatori, Dana Ghia, Valeria Ferran Wanani; origine: Italia/Francia; durata: 129’
William Walker è un agente inglese che viene inviato a Queimada, un’isola dei Caraibi, per fomentare una rivolta contro i portoghesi. L’azione di Walker non ha fini nobili, cioè rendere indipendente la popolazione locale, ma, al contrario, mira a rendere l’isola sotto il dominio dell’Inghilterra. David di Donatello per la migliore regia, il film fu successivamente ridotto a 111’. La copia, proveniente dalla Cineteca Nazionale, conserva invece la sua durata originale: 129’. La stessa tematica verrà affrontata dal regista Alex Cox in Walker (1988).

ore 19.15
Kapò (1960)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto e sceneggiatura: G. Pontecorvo, Franco Solinas; interpreti: Susan Strasberg, Laurent Terzieff, Emanuelle Riva, Didi Perego, Gianni Garko; origine: Italia/Francia; durata: 117’
Edith è una giovane prigioniera ebrea in un lager nazista che diventa Kapò, cioè caposquadra-aguzzina delle sue compagne, per sopravvivere. Ma l’amore per un prigioniero russo la redimerà. Il film diede origine a una violenta stroncatura, intitolata De l’abjection di Jacques Rivette (Cahiers du cinema n. 120, giugno 1961), nella quale si rimproverava soprattutto al regista la carrellata in avanti per inquadrare il cadavere della protagonista. Quella polemica recensione fu lo spunto, trent’anni dopo, per un saggio di Serge Daney. Nastro d’argento 1961 per Didi Perego, attrice non protagonista.

ore 21.15
La battaglia di Algeri (1966)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto: Franco Solinas; sceneggiatura: F. Solinas, G. Pontecorvo; interpreti: Brahim Haggiag, Yacef Saadi, Jean Martin, Fawzia El Kader, Michèle, Kerbash, Tommaso Neri; origine: Italia/Algeria; durata: 121’
Nell’ottobre del 1957, mentre i paracadutisti del colonnello Mathieu rastrellano la Casbah, uno dei capi della guerriglia algerina ricorda il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi. «In uno stile sobrio e documentaristico, con molti attori non professionisti […], il film rievoca con una forte coralità la guerra dei popoli algerini, a partire da una “sceneggiatura di ferro” di Franco Solinas che cerca di spiegare anche le ragioni del nemico francese. […]. In Francia fu vietata la proiezione, ma il film ottenne il Leone d’oro a Venezia e due nomination all’Oscar, per la regia e la sceneggiatura» (Mereghetti).

Luca Pallanch
Centro Sperimentale di Cinematografia
Via Tuscolana 1520 – 00173 Roma
Cineteca Nazionale-Cinema Trevi