“Gli arcangeli” di Simone Scafidi

Non avrò altro Dio all’infuori di me

Christian è probabilmente simile a tanti altri ragazzi della sua età. Ma rispetto ad essi ha sviluppato un odio potente verso la società che lo circonda, tanto da compiacersi e macerarsi nel ruolo di “bello e dannato” e tanto da coltivare la presunzione di essere un novello anti-Cristo.

Simone Scafidi ha girato Gli arcangeli nel 2004, in modo indipendente. Solo ora, però, in questo inizio di 2008, il film esce in sala, grazie ad una distribuzione eccentrica. Infatti, le copie circolano (e circoleranno) in cineclub e sale d’essai, spostandosi di giorno in giorno e seguendo un percorso che è iniziato a Roma e che proseguirà nei prossimi mesi in altre città italiane.
La storia de Gli arcangeli è innanzitutto la storia travagliata di come e quanto oggi in Italia si debba lottare, per potersi permettere di dire e mostrare qualcosa in modo libero e senza censure, preventive o meno che siano.

In tal senso Gli arcangeli è già la messa in scena di se stesso: infatti, raccontando la Passione contemporanea di un ragazzo che urla al mondo la sua sofferenza, il suo dolore, la sua aspirazione costante allo squilibrio, la sua fascinazione e ripulsa verso il Male, il suo ostinato opporsi alle regole della società, il suo eccesso orgoglioso, ecco, raccontando tutto questo, Scafidi lancia un sasso nel quieto Mar Morto che è la cinematografia italiana odierna. E, per liberarci di una certa apatia, è auspicabile confrontarsi con la furia estetico-vitalistica che Simone Scafidi e Andrea Riva (protagonista e co-sceneggiatore) mettono in quest’opera.
Ma – attenzione – non siamo davanti ad un prodotto che si atteggia allo scandalo. Se Gli arcangeli prende a pugni gli occhi dello spettatore è perché esso si fa carico fino in fondo dello spaventoso dramma del suo protagonista, del suo cammino verso gli inferi. Non pare mai di essere in un angoletto (o su uno scranno) ad osservare la storia, ma si è catapultati dentro, si soffre in essa.

E non si pensi neppure ad un “primitivismo” della scrittura e della messa in scena, anzi. Gli arcangeli è un film visionario, ma anche elegante sia in certe soluzioni di scrittura (ci sono dei meravigliosi monologhi ad uso degli attori), sia nella regia (che si costruisce nella dialettica tra distorsione e frontalità delle riprese).
Insomma, si tratta di un “grido”, ma è un “grido” di chi ha la voce a tono e sa farsi ascoltare.
Se alcuni difetti si possono comunque ravvisare in una regia non sempre chiara e vanno attribuiti esclusivamente all’inesperienza, un contributo notevole viene anche dal parco attoriale: Andrea Riva è un maudit maestoso, degno del compianto Pierre Clementi, mentre Francesca Inaudi, nelle vesti di un pacato, rassicurante, ma tormentato, personaggio salvifico, trova probabilmente il ruolo più confacente a lei, tra quelli in cui l’abbiamo vista finora.

Titolo: Gli Arcangeli
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 87′
Regia: Simone Scafidi
Sceneggiatura: Simone Scafidi, Andrea Riva
Sito ufficiale: http://gliarcangelifilm.blogspot.com/
Cast: Andrea Riva, Francesca Inaudi, Franco Branciaroli
Produzione e distribuzione: (dis)ORDET associazione cinematografica
Data di uscita: 18 gennaio