Il quarto anno di Harry Potter ad Hogwarts è contrassegnato dal torneo di Triwizard, nel quale i rappresentanti di ogni scuola di magia devono sfidarsi in alcune gare.
La vita di Harry Potter si fa sempre più difficile. Questa volta si trova ad affrontare il Torneo Tremaghi, una delle competizioni di magia più eccitanti e pericolose. Un campione per ciascuna delle tre scuole di magia verrà selezionato per gareggiare in una serie di prove mortali. Nonostante Harry sia troppo giovane per partecipare alla estenuante competizione, il Calice sembra volere anche lui. Draghi inferociti, un lago nero pieno di insidie e un labirinto da cui sembra impossibile uscire rappresentano le prove che i quattro sfidanti si trovano a superare. Come se non bastasse, Harry, in questo episodio, deve fronteggiare i primi sobbalzi d’amore. Le prime scintille le vediamo all’arrivo delle altre due scuole di magia (Beauxbatons e Durmstrang). Le ragazze di Beauxbatons, avvolte da un tessuto di seta delicata che aderisce alle loro forme, scatenano gli ormoni maschili mentre i ruvidi e grossi abiti di lana dei ragazzi di Durmstrang conquistano i cuori delle fanciulle di Hogwarts.
Il fascino di questo quarto episodio non sta tanto nella componente più dark (come è stato detto più volte) quanto nell’abilità registica di Mike Newell (Ballando con uno sconosciuto, Donnie Brasco, Quattro matrimoni e un funerale) di mischiare, senza confusione o superficialità, generi molto diversi tra loro. Dal thriller oscuro e pieno di suspance passiamo a sequenze d’azione divertenti per arrivare all’umorismo e alle pene d’amore del Ballo del Ceppo (probabilmente una delle scene migliori). Le circa due ore e trenta passano senza annoiare, miscelando bene le diverse anime del racconto. C’è soprattutto quella continuità stilistica e narrativa con i precedenti episodi che facilitano la costruzione di una saga cinematografica pienamente organica. Non manca la lezione di morale. Silente, riunendo le tre scuole di magia, evidenzia un tema portante del film: imparare ad andare d’accordo con le persone diverse da sé. “Se sono buone – dice lui – non importa da dove vengano”.
Nel Calice di Fuoco vediamo, per la prima volta, l’apparizione di Voldemort in complete sembianze umane. Molta cura è stata data al suo aspetto fatto di un groviglio di vene che scendono dalla testa, dalle braccia e dalle mani suggerendo un pallore malaticcio e traslucido. L’efficacia di questo personaggio nasce, soprattutto, dall’interpretazione di Ralph Fiennes che ha superato brillantemente una prova attoriale decisamente non facile: interpretare qualcuno che sia l’essenza del male. “Il male – dice Fiennes – spesso viene rappresentato dal digrignare dei denti o da sputi. Io volevo che il mio Voldemort fosse profondamente il Male. Quello, cioè, che viene dalla paura, dalla frustrazione, dall’infelicità”. Capiamo, forse, ma non concordiamo sul fatto che la pellicola sia stata vietata ai minori di 12 anni in Gran Bretagna, perchè fa troppa paura. La British Board of Film Classification (BBFC) ha decretato che Harry Potter e il Calice di Fuoco contiene scene che potrebbero spaventare il giovanissimo pubblico. Sotto accusa ci sarebbe anche il linguaggio utilizzato, leggermente più forte dei precedenti. Noi, invece, abbiamo l’impressione che saranno i bambini ad accompagnare i genitori a vedere il film.
Titolo originale: Harry Potter and the goblet of fire
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Avventura, Fantastico
Durata: 150′
Regia: Mike Newell
Sito ufficiale: www.gobletoffire.com
Sito italiano: www.calicedifuoco.it
Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Gary Oldman, Michael Gambon, Alan Rickman, Maggie Smith, Tom Felton, Timothy Spall, Miranda Richardson
Produzione: Warner Bros., 1492 Pictures, Heyday Films
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita: 25 Novembre 2005 (cinema)