“Condivido questo premio, come ho condiviso la mia vita: con Alma” – 1979, Alfred Hitchcock, Oscar alla Carriera.
Il regista Sacha Gervasi – che ha all’attivo varie sceneggiature e la regia di un apprezzato documentario sugli Anvil, una band di spicco nel panorama heavy metal canadese – basandosi su un libro di Stephen Rebello del 1990, Alfred Hitchcock and The Making of Psycho, indaga nel privato del complesso maestro del brivido, della sua relazione con la più bella delle “bionde” di Hitchcock – la moglie Alma – per arrivare a dire che “dietro un grande uomo c’è sempre una grande una donna”.
Alma e Hitch si incontrarono negli Anni 20, si sposarono nel ’26; lei giovane montatrice, diventerà assistente alla regia, braccio destro, stampella, presenza coraggiosa e decisiva, ma sempre nascosta nell’ombra della vita corpulenta del marito.
Dopo Intrigo Internazionale, Alfred Hitchcock (Anthony Hopkins), per tutti Hitch, ha sessant’anni, non ha la minima intenzione di ritirarsi dalla scena e cerca puntigliosamente un soggetto capace di confermargli il prestigio hollywoodiano. Leggendo un romanzo del 1959 di Robert Bloch, Psycho, Hitch si illumina: capisce di aver trovato quello che cercava. Chiama la sua segretaria per far comprare tutte le copie nelle librerie, perché nessuno possa andare a leggere la fine della storia.
Ma quando la Paramount, lo studio in cui era di casa, si rifiuta di finanziare il copione scioccante, Hitchcock, dietro consiglio del suo agente, finanzia il film da solo, arrivando a ipotecare la casa. La realizzazione di Psycho diventa per lui un’ossessione non solo durante il giorno, ma anche nei suoi sogni.
Le ansie, i timori, i sospetti, le gelosie, i turbamenti che hanno colorato i film del regista lo attraversano durante l’elaborazione di Norman Bates e dell’immortale scena della doccia, ma anche nel rapporto con la moglie Alma (Helen Mirren).
Quello che viene fuori da Hitchcock è sì un ritratto di quello che era in realtà Hitchcock, possessivo, egocentrico e geloso della moglie e della carriera delle sue attrici, ma la sfumatura patologica inflittagli dal regista è tinta troppo di eccentrico noir.
Hitch e le donne, quindi; non c’è solo Alma, che deve confrontarsi con la sempre presente Grace Kelly, divenuta ormai Principessa di un altro luogo e non più del regno hollywoodiano del regista; ma ci sono anche le due attrici di Psycho: Janet Leigh (Scarlett Johansson) Vera Miles (Jessica Biel).
Quello che non convince in Hitchcock è la visione, l’impronta, che Gervasi ha voluto imprimere, plasmando il rapporto di coppia con elementi psicologici trasposti dai film del regista al suo. E per quanto
Anthony Hopkins, immerso dentro chili di gommapiuma e protesi facciali, riesca a dare all’ossessione di Hitch il malizioso tono cinico e macabro, mentre Helen Morren abbia una composta e impeccabile eleganza intelligente e femminile; e per quanto insieme siano riusciti a catturare gli spiriti provocatori, rendendoli vivaci e taglienti, succede, per paradosso, come nei film di Hitchcock, che lo spettatore alla fine si accorga, in questo caso con fastidio, di essere stato raggirato in modo fuorviante e illusorio. Perché, la scena in cui Hitch assiste alla visione del pubblico di Psycho è visivamente accativamente, ma tutto il resto è un favoleggiare romantico e morboso.
Titolo originale: Hitchcock
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 100′
Regia: Sacha Gervasi
Cast: Anthony Hopkins, Scarlett Johansson, Jessica Biel, Michael Stuhlbarg, Helen Mirren, James D’Arcy, Toni Collette, Danny Huston, Michael Wincott, Ralph Macchio, Kurtwood Smith, Richard Portnow
Produzione: The Montecito Picture Company, Cold Spring Pictures, Fox Searchlight Pictures
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Data di uscita: 04 Aprile 2013 (cinema)