Non per vocazione ma per necessità, Annie Braddock diventa una tata dell’Upper East Side.
Originaria del New Jersey, fresca di laurea, 22 anni, carina ma un po’ impacciata, sbarcata nella grande mela alla ricerca di un impiego qualificato e, dopo qualche incidente di percorso, accetta la vantaggiosa offerta della signora X: occuparsi di Groyer, il suo pestifero figlioletto di 5 anni.
Con le inesperienze di Sofia Loren in Un marito per Cinzia, ma senza provare attrazione per il signor X, Annie impara a domare Groyer reso insopportabile per mancanza d’amore e d’attenzione.
Attraverso i suoi occhi conosciamo le manie e gli isterismi di una giovane donna, vestita con un trequarti pitonato di Dior, che non riesce ad avere un rapporto diretto col figlio pur sapendo perfettamente teorizzare quale sia il miglior approccio educativo, e un padre assente per eccesso di business e per un’irrefrenabile propensione all’incontro extraconiugale.
Un’alta società in cui una serie di attività diventano rituali e dal forte significato identitario: la festa dell’indipendenza, le riunioni di beneficenza, i pranzi nei ristoranti di Manhattan e le conferenze di esperti sul mestiere di genitore.
Diario di una tata, film diretto da Shari Springer Berman e Robert Pulcini e interpretato da
Scarlett Johansson, in veste di tata con la chioma scura, e da Laura Lienney e Paul Giamatti in quella di miss and mister X, vuole essere una commedia graffiante sulla upper class newyorchese, una relazione antropologica dal punto di vista di Annie, tata per caso.
Ma il film non convince, manca quasi completamente di quella cura nella sceneggiatura che caratterizza la commedia brillante americana, da Accadde una notte a Pretty woman.
La tata del film, che sogna di volare appesa ad un ombrellino rosso, non ha la capacità sovversiva, né la creatività di Julie Andrews in Mary Poppins o in Tutti insieme appassionatamente.
La critica psico-sociale di Annie è davvero un po’ scontata, così come stereotipati sono i personaggi e le situazioni rappresentate; paradossalmente, trattandosi di una commedia, manca di leggerezza e per questo di incisività. L’idea portante del film potrebbe essere bella, ma il risultato è discutibile. Sono assenti gli ingredienti classici del genere: l’evoluzione dei personaggi, un’ironia elegante e un pizzico di sorpresa.
Diario di una tata è un film formalmente curato, con un buon cast d’attori e New York per sfondo che di per sé è personaggio, ma che risulta a tratti noioso e quindi inefficace come analisi e denuncia dell’incapacità di essere genitori della upper class americana.
Un film di cui, usciti di sala, dopo poco, ci si è dimenticati.
Titolo originale: The Nanny Diaries
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Commedia
Durata: 107′
Regia: Shari Springer Berman, Robert Pulcini
Sito ufficiale: www.thenannydiariesmovie.com
Cast: Scarlett Johansson, Laura Linney, Paul Giamatti, Nicholas Reese Art, Donna Murphy, Alicia Keys, Chris Evans, Cady Huffman
Produzione: The Weinstein Company, FilmColony
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: Venezia 2007
30 Novembre 2007 (cinema)