“IL GIORNO DELLA CIVETTA” di Leonardo Sciascia

Il romanzo giallo che ha decretato il successo di Sciascia

Il giorno della civetta è uno dei romanzi più noti dell’autore siciliano ed è proprio quello che gli ha procurato la sgradita fama di “mafiologo”, poiché ha come oggetto la mafia. Un tema coraggioso per un’epoca in cui la stessa esistenza di questa “società per delinquere organizzata” veniva negata sia dai personaggi del governo –presso cui si faceva largo la corruzione- sia dalla gente del popolo, che temeva ogni sorta di ritorsione.

Il giorno della civetta è uno dei romanzi più noti dell’autore siciliano ed è proprio quello che gli ha procurato la sgradita fama di “mafiologo”, poiché ha come oggetto la mafia. Un tema coraggioso per un’epoca in cui la stessa esistenza di questa “società per delinquere organizzata” veniva negata sia dai personaggi del governo –presso cui si faceva largo la corruzione- sia dalla gente del popolo, che temeva ogni sorta di ritorsione.
Il testo di Sciascia, infatti, fotografa il momento in cui la mafia inizia ad allargare il suo dominio dalla campagne alla città con una mossa che passa sotto il silenzio degli organi del potere sia laico, sia ecclesiastico.

Protagonista è Bellodi, il capo dei carabinieri che proviene dal Nord, dal “continente”, estraneo alla rete di dinamiche sociali e di giochi di potere che attanaglia l’isola.
La sua figura è simbolo della Legge, degli ideali di giustizia e verità per i quali si è tenacemente battuto l’autore stesso, attraverso la sua attività civile e letteraria.
Bellodi, con i suoi “metodi nuovi”, sottili ma efficaci, tenta di far luce sulla misteriosa morte di un imprenditore edile – punito per essersi opposto alla “protezione” offertagli dal capomafia- e di uno sfortunato potatore capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
L’intera opera, ispirata da un fatto di cronaca realmente accaduto, è un’analisi acuta e precisissima del modus operandi mafioso, dei metodi di “persuasione”, della mentalità di omertà di cui l’organizzazione si nutre, dei tentativi di sviare le indagini e di insabbiare i casi, ricorrendo ad appoggi in tutte le sedi del potere.
Lo stile è espressionista, ricco di metafore funebri sparse tra una pagina e l’altra che evocano un’atmosfera grave e luttuosa in netto contrasto con la luce della soleggiata terra siciliana. (“…e il piombo della sua morte intanto colava” “grandi uccelli neri volavano come dentro un labirinto di vetro, improvvisamente virando o strapiombando o verticalmente avvitando il loro volo…”).
Anche il titolo -una citazione tratta da Shakespeare- si avvale dei significati metaforici funerei della civetta, ma al tempo stesso invita a un attivo impegno civile, per evitare di divenire oggetto di scherno come la civetta quando si mostra di giorno.

Il finale, amaro, arrabbiato, assume i toni di una denuncia feroce e stigmatizza la situazione di degrado vigente sull’isola per colpa di uno Stato assente e corrotto.
Non ci può essere trionfo della giustizia, poichè non è possibile sconfiggere la trama criminale così ben radicata.
Dal lettore spiazzato, il testo si congeda affidandogli molteplici spunti di riflessione di validità ancora attuale.

Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, Adelphi, 2006, pp. 137, € 7,50.