IL VAMPIRO DI VENEZIA

In onda domenica 30 gennaio alle 22.10 su National Geographic Channel

Il VAMPIRO DI VENEZIA, in onda su National Geographic Channel (canale 403 di Sky) domenica 30 gennaio alle 22.10, racconta una storia di paura e superstizione ambientata a Venezia alla fine XVI secolo, che ritorna alla luce grazie alle ricerche di un antropologo
Secoli fa la splendida città vive un orrore inimmaginabile perché la peste, una delle peggiori piaghe dell’umanità, la sta attraversando ancora una volta. Già nel corso dei secoli precedenti ha ucciso quasi la metà della popolazione italiana. Le fosse comuni si riempiono di migliaia di corpi coperti di bubboni che non lasciano dubbi: sono la firma della Morte Nera. Gli abitanti della città, terrorizzati, tentano ogni via per guarire o allontanare la peste. Misture fatte con rospi secchi, perle e gemme e le preghiere rivolte a Dio – alcuni credono che la malattia sia una punizione divina o il frutto di stregonerie – sono tra i rimedi tentati in una situazione disperata e fuori controllo.

E’ in questo contesto che si diffonde una leggenda secondo la quale le epidemie sono causate da un tipo di vampiro, il nachzehrer (masticatore di sudario, o divoratore della notte). Aprendo le tombe e le fosse comuni per seppellire i cadaveri, si credeva di poterli riconoscere dallo stato di conservazione del corpo, apparentemente intatto, e dal sudario consumato all’altezza della bocca. Si diceva che i nachzehrer, chiusi nella loro tomba, masticando il velo funebre crescessero finché erano in grado di emergere come veri e propri vampiri. L’immediata conseguenza della masticazione erano le epidemie.

Dopo più di quattrocento anni, nell’estate del 2006 sull’isola veneziana di Lazzaretto Nuovo, l’antropologo Matteo Borrini sta esaminando una fossa comune scavata durante la peste del XVI secolo, usando tecniche investigative forensi. Uno degli scheletri colpisce lo studioso più di ogni altro perché tra i denti del cadavere non ancora in decomposizione qualcuno ha inserito e spinto con forza, fino a rompere i denti, un mattone. Nei due anni successivi Borrini continua la sua ricerca sullo strano caso. Un antico testo sembra dare una risposta alle sue domande: descrive un macabro rituale secondo il quale per uccidere un nachzehrer si mette un mattone tra i denti del cadavere per impedirgli di masticare il proprio sudario e quindi di diffondere la peste. Borrini si propone di restituire un volto al cadavere nella quale qualcuno ha visto un vampiro, forse per risarcirlo, in qualche modo, del torto subito.

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