Un’attraente studentessa universitaria che si divide tra elucubrazioni sul cosmo e interminabili percorsi di jogging nei boschi inizia ad essere ossessionata dalla visione di un macilento e demoniaco bambino. Già traumatizzata dal suicidio di sua madre avvenuto anni prima, la povera ragazza cerca una spiegazione al progressivo cambiamento del colore dei propri occhi e scopre di essere una gemella mancata: il suo compagno di placenta è morto durante la gestazione, strozzato dal cordone ombelicale di lei. La fanciulla chiede dunque aiuto allo scettico rabbino Sendak…
E questo è solo l’inizio, o meglio, una piccola parte degli elementi messi in gioco dal fortunato sceneggiatore e regista David S. Goyer nella sua ultima fatica Il mai nato. Se l’incipit del film, infatti, pare l’ennesimo calco sul modello di Ringu e Il sesto senso, il prosieguo aggiunge una serie di spunti che cercano di arricchire gli stanchi schemi dell’inflazionato filone delle ghost stories contemporanee. Il risultato, però, è che lo script affolla la pellicola fino all’inverosimile finendo per non approfondire alcun aspetto della narrazione.
Dalla fascinazione perturbante nei confronti dei gemelli, alle inimmaginabili e sconvolgenti torture del criminale nazista Joseph Mengele, fino alle storie di possessioni demoniache sull’esempio de L’Esorcista (ampiamente saccheggiato da Goyer), la confusione è sempre dietro l’angolo. Dispiace, dal momento che il prodotto, abile e ben confezionato a misura di teenager, possedeva aspetti potenzialmente originali, primo fra tutti il riferimento all’immaginario ebraico per quanto riguarda la possessione demoniaca: in luogo del solito prete cattolico, infatti, troviamo un sempre efficace Gary Oldman nei panni di un rabbino esorcista, anche se poi il sacerdote cristiano non viene a mancare (seppur di rito episcopale), forse per una sorta di par condicio religiosa.
E allora, perchè non sfruttare meglio l’affascinante repertorio simbolico e soprannaturale ebraico? Semplice, per mancanza di tempo. Ed è ancora per la stessa ragione che la sceneggiatura latita completamente nel tratteggio dei personaggi, scegliendo di far sprofondare dal primo minuto la protagonista nella vicenda. Ma Goyer, già talentuoso sceneggiatore corresponsabile di un gioiello come Il cavaliere oscuro, dovrebbe sapere che nell’horror psicologico la “messa in situazione” è fondamentale per creare empatia tra i personaggi e lo spettatore. Il risultato è che l’affascinante Casey Beldon (interpretata corretamente, ma nulla più, da Odette Yustman) risulta quasi antipatica, intenta solamente a passeggiare per bui corridoi in slip o a sfoggiare tutine ultrafashion in situazioni peraltro non consone. Per non parlare poi del suo ragazzo Mark (uno scialbo Cam Gigandet), sul cui destino si rimane completamente indifferenti.
Ci fermiamo qui, evitando di sottolineare anche qualche inverosimiglianza in certe scene (lasciamo agli spettatori il piacere di individuarne) e riconoscendo comunque a Il mai nato lo status di accettabile prodotto d’intrattenimento, in grado di far saltare sulle poltrone tre o quattro volte con il solito, ma sempre efficace, repertorio di botti, urla e sventagliate sonore varie in Dolby Surround.
Titolo originale: The Unborn
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Horror, Thriller
Durata: 87′
Regia: David S. Goyer
Sito ufficiale: www.theunbornmovie.net
Cast: Odette Yustman, Gary Oldman, Carla Gugino, Meagan Good, Cam Gigandet, Idris Elba, Jane Alexander, James Remar, Rachel Brosnahan, Rhys Coiro, Gene Fojtik
Produzione: Phantom Four, Platinum Dunes
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 27 Febbraio 2009 (cinema)