Fuori Concorso Mezzanotte
Un poliziotto californiano si reca su un’isola alla ricerca di una bambina scomparsa, attirato dalla lettera enigmatica di una sua vecchia fiamma. Scoprirà che su Summers Isle vive una strana comunità matriarcale che sembra nascondere dei terribili segreti, legati ad antichi riti pagani.
Neil Labute ci aveva stupiti col il suo esordio del 1997, In the Company of Men, caustico sguardo sulle varie cattiverie dell’elite americana; poi ci aveva convinto già di meno con il suo scanzonato Betty Love. Ora l’evoluzione della sua carriera, che sembrava poter prendere ben altre strade, ha sfortunatamente preso una piega deleteria: questo The Wicker Man è il remake di un film di culto del 1973 con Christopher Lee e Britt Ekland. Rispetto a quello l’elemento di novità è che la comunità dell’isola dove il poliziotto yankee va a capitare è dominata completamente dalle donne, il sottotesto sessuale è piuttosto debole e il dissidio fra concezioni religiose opposte (nel film del ’73 il poliziotto era un fervente cattolico) è qui invece tramutato nello scontro fra la legge della “società normale” ed i riti della fertilità di quella che pare essere una comunità di femmine invasate.
Nicholas Cage interpreta il rude poliziotto metropolitano che non ha la minima voglia e alcuna possibilità di entrare in sintonia con la comunità ancestrale con la quale si scontra sull’isoletta sperduta: i suoi modi sono grezzi e spicci, e vederlo chiedere con linguaggio da C.S.I. la riesumazione di un cadavere o un interrogatorio a delle bambine in una classe tutta al femminile ci fa capire quanto il suo sia un “fuori-luogo” irrecuperabile. Il modo in cui si addentra nei misteri della comunità e la lotta impari con la sua ossessione ricorrente (nel prologo del film è testimone impotente di una sciagura familiare che ha luogo mentre è in servizio) ci accompagnano gradualmente in un’atmosfera di unheimlich che, nelle intenzioni del regista, dovrebbe coinvolgerci emotivamente fino all’immedesimazione con l’impavido poliziotto Edward Malus (come ben descritto da un’antagonista un “Don Chisciotte” fuori tempo massimo).
Il problema è che a differenza dei film di culto (che lo sono appunto anche per la propria invisibilità, per la propria eccentricità ed in quanto inetichettabili), questo è un thriller con venature da detective story che non ammalia e lascia invece basiti per certe soluzioni registiche. Vedere il buon Cage che sferra cazzottoni alle antipatiche api-regine della enclave contadina, o coglierlo mentre si aggira in un costume da orso nel momento più drammatico dell’epilogo non ci aiuta certo a prendere sul serio gli intenti…sociologici (?) di uno smarrito La Bute.
La musica invadente oltre ogni dire di Badalamenti e una piattezza espressiva di cui troppo spesso Cage è vittima non fanno che indispettirci quando più che tensione narrativa alcune svolte ci fanno desiderare una revisione della sceneggiatura o script doctors più perspicaci. A poco vale il finale tutt’altro che happy; il film rimane comunque troppo major e patinato per turbarci.
Se negli ultimi anni film come The Village hanno portato nuova linfa alle riflessioni sulla diversità sociale e su vie alternative all’American Way of Life, questo remake un po’ bolso e troppo poco inquietante è uno dei tanti passi falsi che portano autori interessanti in erba nei meandri obbligati dei film su commissione.
Titolo originale: The wicker man
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Thriller, Horror
Durata: 106′
Regia: Neil LaBute
Sito ufficiale: thewickermanmovie.warnerbros.comCast: Nicolas Cage, Ellen Burstyn, Molly Parker, Leele Sobieski, Kate Beahan, Christa Campbell
Produzione: Millennium Films Inc., Redbus Pictures, Saturn Films
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Venezia 2006
08 Settembre 2006