Dal 14 al 23 gennaio 2011, Sala La Cavallerizza – Teatro Litta
Extramondo
Il vespro della Beata Vergine
di Antonio Tarantino – regia di Michela Blasi – assistente alla regia Daniela Ferrante – foto Alessandro Branca
con Andrea Facciocchi
con il Patrocinio del Comune di Milano
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Il vespro della Beata Vergine racconta di un padre che si trova all’obitorio per riprendersi il cadavere del figlio, morto suicida nelle acque dell’Idroscalo. Mentre aspetta che l’autopsia si compia, rievoca alcuni episodi della loro vita insieme, inscenando una conversazione telefonica in cui accompagna il ragazzo nel suo trapasso verso il mondo dei morti, immaginato come un Ade. In questo dialogo fittizio si delinea una realtà urbana degradata: una famiglia con pochi soldi, il padre giocatore e puttaniere, la madre in costante contatto telefonico con le sorelle sparse in diverse città, il figlio marchettaro noto a tutti come il Beato Verginello, la figlia perduta come amante di un uomo sposato. Dopo l’esordio rancoroso, in cui padre e figlio si rinfacciano a vicenda il fallimento di un piccolo furto, il padre accetta di aiutare e guidare il ragazzo attraverso gli ostacoli e le tappe del suo passaggio, fino ad arrivare alla dolorosa accettazione della sua immagine di travestito da marciapiede: i coturni ai piedi, il vestito rosso con le paillettes, gli occhiali da sole. Le risposte del figlio, dapprima imploranti aiuto e spaventate di fronte al salto verso l’ignoto, diventano via via complicità e gratitudine. Padre e figlio si ritrovano in quella che è anche una favola e le incomprensioni di tutta una vita cedono il passo al tanto agognato riconoscimento.
Il vespro della Beata Vergine è un dialogo “per una voce solo”, la voce di un padre e quella di un figlio che si fondono nella mente, nel ricordo, nel sogno di una sola persona. Un’idea di viaggio nell’aldilà che attraversa tutti gli stati d’animo immaginabili: lo stupore, la paura, l’orrore, l’accettazione, l’amore.
“Un viaggio dove si respira anche tanto amore per l’arte, la poesia, il mito ascoltando il Vespro, tanta umanità nel flusso continuo di parole, nella magia dei versi sciolti che Andrea Facciocchi riesce a fare suoi con la generosità e adesione al linguaggio che già l’aveva contraddistinto nei celebri monologhi di Testori.”
Antonio Tarantino
“La scrittura di Antonio Tarantino ha avuto su di me l’effetto di scaraventarmi come una fionda all’indietro nel tempo, alle mie radici, quelle parole hanno risvegliato in me qualcosa di “arcaico”, di lontano nel tempo. Originalità e bellezza delle parole di Tarantino stanno proprio qui, nella straripante parlata bassa – valga per tutto la vicenda del furto – che non è ricerca linguistica per tentare di dire l’indicibile, ma uno scavo profondo nel nostro passato così lontano ma pur dietro l’angolo. Così, nel modo più naturale, i personaggi del teatro di Tarantino – e forse il signor Armonio del “Vespro della Beata Vergine” ne è l’esempio più fulgido – arrivando alla soluzione ultima ci raccontano di una quotidianità intrisa di mistero, sacra rappresentazione, via crucis, auto sacramentali fantasmi, memorie sepolte e scolastiche”.
Andrea Facciocchi
Antonio Tarantino è uno dei massimi drammaturghi italiani viventi. Dopo il riconoscimento del Premio Riccione per il Teatro con Stabat Mater (1994) questo ex pittore, nativo di Bolzano ma vissuto quasi sempre a Torino, ha ininterrottamente continuato a comporre testi teatrali, dando sin dall’inizio conto delle sue incredibili potenzialità espressive. Subito dopo lo Stabat sono arrivati la Passione secondo Giovanni, il Vespro della Beata Vergine e Lustrini, che insieme compongono la “Tetralogia delle cure”.
Dimostra anche un interesse speciale per la Storia, vista anch’essa però da un’ottica del tutto deformante e parodistica, pur nel maniacale rispetto dei dati di partenza: Materiali per una tragedia tedesca. Successivamente il tema – così attuale, e in parte profetico – della Palestina bagnata di sangue diviene il fulcro su cui sviluppare l’esilarante e terribile dialogo allucinato tra un Arafat e uno Sharon, depauperati dai rispettivi popoli dei propri poteri, che sta al centro della Pace, o l’agrodolce gita in treno di una famigliola di provincia che accompagna l’unica figlia a farsi esplodere in Israele, che è invece l’argomento centrale della Casa di Ramallah.
Sala La Cavallerizza. Repliche dal martedì al sabato ore 21 – domenica ore 17 – lunedì riposo
Prezzo biglietti: da 12€ a 9€ – info e prenotazioni : tel. 0286454545 – [promozione@teatrolitta.it->promozione@teatrolitta.it]abbonamenti: carta lunatica € 51 (6 ingressi, liberi, a scalare, non nominali)
8 pezzi facili € 60 (8 spettacoli a scelta tra quelli in cartellone)