Chiara Canzian si racconta in maniera molto intima parlando di musica, di emozioni e sentimenti.
Chiara Canzian racconta a NonSoloCinema la sua forte passione per la musica, le sue esperienze con grande sincerità e sensibilità.
NSC: Prova a dire il mio nome segna in maniera duplice il tuo esordio, sia come singolo che come album. Con questo brano hai partecipato al Festival di Sanremo 2009, che ricordi hai di questa manifestazione?
C.C.: Sanremo è stata una esperienza di crescita che mi ha fatto capire molto, sia i miei limiti che le mie possibilità. Avendo anche l’influenza e non essendo al mio massimo potenziale ho potuto capire anche come reagisce il mio fisico e soprattutto la mia mente in determinate condizioni. Ho avuto anche la possibilità di conoscere anche gli altri ragazzi della categoria Nuove Proposte e con alcuni di loro si è creato un bellissimo rapporto. C’era un bellissimo clima, il divertimento generale, senza troppe ansie, era tutto molto sereno.
NSC: Quindi non hai sentito la pressione della macchina sanremese?
C.C.: La cosa importante per me era solo quella di farmi conoscere, di esibirmi, senza ansia per la vittoria.
NSC: Prova a dire il mio nome è un album in cui ti sei messa alla prova, dove sei autrice delle musiche e di tre testi su tredici. Hai raccontato i tuoi primi diciotto anni, come è stato esprimersi in musica?
C.C.: Raccontarmi in musica è stato molto naturale, quando compongo deve esserci una sorta di “turbamento”, che mi abbia fatto soffrire o reso felice, non può esserci stasi. Nel momento in cui compongo le musiche immagino anche una “storia”, il testo. Per questo album mi sono rivolta a dei parolieri professionisti, mi sono messa alla prova solo in tre brani, anche se non escludo di farlo in futuro.
NSC: C’è un brano tra quelli dell’album a cui sei particolarmente legata?
C.C.: Mi sento molto legata a tutti, e se dovessi scegliere direi Sotto vetro. Anche se li sento tutti molto miei.
NSC: Nel tuo album ci sono delle collaborazioni importanti, con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro o Alex Britti. Come è stato lavorare con loro?
C.C.: Ho imparato molto, è stato bellissimo. Con Giuliano siamo amici, quindi il feeling era diverso. Una esperienza da ripetere senza dubbio.
NSC: Che cosa ci puoi raccontare del tuo singolo Dolce?
C.C.: Un brano fresco, ironico e scherzoso, solare. Penso che in questo momento ci sia bisogno di ascoltare o canticchiare una canzone senza perdersi troppo negli intrecci delle parole.
NSC: C’è qualche artista che apprezzi?
C.C.: Mi piacciono molto Carole King e James Taylor, ma anche Erykah Badu e Damien Rice. Questi sarebbero gli artisti che non potrebbero mancare nella mia playlist.
NSC: Puoi dirci qualcosa sulle tue esibizioni dal vivo? So che sciegli la formula acustica, ti fai accompagnare da due chitarre.
C.C.: Mi piace molto la dimensione intima, il fatto di sentire vicino il pubblico.
NSC: Qualche progetto in programma o al quale stai lavorando?
C.C.: Sono concentrata sui miei concerti che mi porteranno in giro per l’Italia un pò per tutta l’estate e nel frattempo continuo a scrivere e comporre musica. La musica mi accompagna sempre, non potrei farne a meno.