Sul palco di Piazza San Giovanni sono saliti con il volto coperto da un grande punto di domanda, mentre la cantante, Sarah D’Arienzo, recitava quello che può essere definito il “manifesto” della band. Stiamo parlando de Le Metamorfosi, giovane gruppo della provincia di Latina che si è esibito all’interno dell’1MFestival. L’emozione che hanno provato in quel momento è impossibile da spiegare, ma adesso hanno ripreso a lavorare sodo e con i piedi ben saldi a terra. Tanto è vero che per la nostra intervista li abbiamo raggiunti proprio mentre stavano montando gli ultimi strumenti in vista del loro primo live dopo il Concertone. Ecco come ha risposto Armando Iovino, il chitarrista…
NSC: Da dove nasce il nome “Le Metamorfosi”?
A.I.: Il nome è stato frutto di una scelta che ha coinvolto tutti i componenti del gruppo. “Metamorfosi” come cambiamento di una società che non sentiamo nostra, che bada molto alla superficie e che non va all’essenza delle cose. “Metamorfosi” come contrario di stagnante. E noi abbiamo voluto esprimere questo concetto con la musica.
NSC: Cos’avete provato quando vi siete trovati sul palco di Piazza San Giovanni?
A.I.: Più persone ci hanno fatto questa domanda, ma se non lo vivi è difficile da descrivere. Noi eravamo abituati ai concerti nei pub e ci siamo ritrovati davanti a settecentomila persone. E’ una sfida, certo, ma allo stesso tempo un grande stimolo. E poi tutta la paura dei minuti immediatamente precedenti all’esibizione scompare immediatamente appena prendi lo strumento… e va tutto alla grande!
NSC: Dopo l’esperienza del Concertone, che effetto vi fa tornare a realtà più modeste?
A.I.: Sono situazioni che affrontiamo con lo spirito di sempre, ma con un’esperienza in più. E poi ora iniziamo a vedere gente veramente interessata che viene appositamente a sentirci perché incuriosita della nostra esibizione di Roma. Questo è sicuramente un grande stimolo.
NSC: C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare in futuro?
A.I.: Con un qualsiasi personaggio del panorama musicale italiano o internazionale, senze preferenze. Ci aiuterebbe molto a crescere e ci consentirebbe di approcciarci al mondo della musica in maniera professionale. A Roma ad esempio abbiamo parlato con Niccolò Fabi e con Stefano di Battista. Ecco, se collaborassimo con loro avremmo tutto da imparare.
NSC: Progetti per il futuro?
A.I.: Suonare, suonare, suonare. Noi siamo convinti che il mezzo più efficace per far ascoltare la nostra musica sia portarla in giro di persona. Abbiamo già registrato le tracce del nuovo album, che dovrà uscire a breve. E poi la priorità sarà portarlo un po’ in giro per l’Italia!