Gli Aeguana Way sono la prima band lucana ad aver calcato il palco di Piazza San Giovanni. La loro musica è un alternative rock che, a detta di Antonio Salviulo, frontman del gruppo, è specchio della nuova realtà musicale italiana…
NSC: Com’è stata la vostra esperienza al Concertone?
A.S.: E’ scontato dire che per noi è stata un’emozione veramente forte, una bella botta di adrenalina. La risposta del pubblico è stata molto positiva, così come quella degli organizzatori, a cominciare da Marco Godano. E perfino Tania Sachs, la portavoce di Vasco Rossi, ci ha fatto sapere di aver gradito la nostra esibizione. Il percorso è stato lungo e tortuoso: all’inizio eravamo settecento band da tutta Italia e alla fine siamo rimasti solo in sei. Sicuramente è stata una grande sorpresa che non ci aspettavamo proprio. Adesso cercheremo di raccoglierne i frutti!
NSC: Le scelte del cast di quest’anno hanno fatto storcere il naso a chi si aspettava il classico “Concertone di sinistra”, cosa ne pensi?
A.S.: I Ministri, i Management del Dolore Post Operatorio sono le realtà del momento, ed è ora che questo venga accettato a livello nazionale. Quindi credo sia giusto cercare di aprirsi a questi nuovi mondi. Io in quel contesto mi sentivo a mio agio perché questo mestiere lo faccio da otto anni e sono stato nel locale più sfigato fino al palco di Piazza San Giovanni davanti a settecentomila persone. Poi la risposta della gente è stata positiva, sia per quanto riguarda il genere che la performance in generale.
NSC: Nel sud Italia c’è un grande fermento artistico, come te lo spieghi?
A.S.: Io vivo in Basilicata, a Brianze, un paesino che fa circa quattromila abitanti. Qui al sud ci sono pochissimi spazi per suonare dal vivo: devi veramente “lottare” per aggiudicarteli e sei costretto a spostarti continuamente. Al nord o al centro, però, è ancora diverso: lì per suonare devi affittare una sala prove, muoverti con i mezzi portandoti dietro gli strumenti. Al sud per fortuna abbiamo degli spazi personali che ci mettono a disposizione direttamente le nostre famiglie e quindi puoi lavorare meglio. Noi, ad esempio, abbiamo un ambiente di circa trentacinque metri quadri, quindi bello spazioso. Ci vediamo spesso, e credo che questo influisca molto. Al nord si suona parecchio in giro, però magari c’è meno coesione. La mentalità del sud è più familiare. Ma non vorrei sembrare sudista!
Poi io vengo dalla Basilicata, una regione che ha bisogno di riscatto su scala nazionale. Una regione che avrebbe tanto da offrire a livello paesaggistico, ma che è considerata pochissimo. Per noi è stato un grande orgoglio personale l’essere stati la prima band lucana a essere salita sul palco di Piazza San Giovanni: questo è un primato che non ci toglierà mai nessuno!
NSC: Adesso a cosa state lavorando?
A.S.: Per adesso stiamo scrivendo i pezzi che andranno a comporre il nostro prossimo album, ma c’è dell’altro nel calderone! L’esperienza del Primo Maggio ha suscitato veramente tanto interesse, al di là di ogni nostra più rosea aspettativa. In molti ci hanno contattato e c’è parecchio fermento… speriamo bene!
Foto a cura di Martina Zampieri Copyright © NonSoloCinema.com – Martina Zampieri