“Io sono il tenebroso” di Fred Vargas

“Io sono il tenebroso, vedovo, sconsolato, principe d’Aquitania dalla Torre abolita."

“Io sono il Tenebroso” (“ Sans feu ni lieu” nella versione francese) è un originale romanzo noir del 1997 della scrittrice francese Fred Vargas.
Il titolo italiano riprende un passaggio importante del libro; è una citazione della poesia El Desdichado di Gérard de Nerval, poeta ottocentesco.

In questo libro, riappaiono i quattro personaggi più pittoreschi, e amabilmente sbandati, usciti dalla penna della Vargas: i tre evangelisti (Marc, Mathias e Lucien) e il vecchio Armand Vandoosler, artefice di quel poco adatto soprannome. Questo gruppo strampalato, composto da tre storici (preistoria, medioevo e grande guerra) e un ex poliziotto dal passato ambiguo, aveva fatto la sua comparsa da protagonisti in Chi è morto alzi la mano.

Rispetto a quest’ultimo libro, sono passati due anni. Il quartetto vive sempre nella solita topaia di rue Chasle a Parigi, dove i tre studiosi del tempo si erano fin da subito disposti in ordine cronologico: “in mancanza di una qualche struttura sociale e di qualsiasi prospettiva professionale, preservare l’ordine del tempo era una necessità vitale.”

I quattro coabitano in una specie di agglomerato fatto di personalità inconciliabili.
Io sono il tenebroso conduce il lettore per le vie calde di un’estate parigina agli albori, sulle tracce di un serial killer.
In questo noir dei quattro personaggi, sono soprattutto Marc e Lucien a venire coinvolti nel risolvere il caso di un pluriomicida.
A coinvolgerli, appunto, è una loro conoscenza: Louis Kehlweiler, detto il Tedesco (anche se lui preferirebbe essere chiamato Reno, come il fiume). Luois è un ex investigatore del ministero degli Interni francese, deluso dalla vita, vita che condivide con Bufo, un rospo che vive o nel suo portamatite o nella tasca della sua giacca.

Per tirare avanti si è dato alle traduzioni di libri, arrivato alla settecentesima pagina della sua biografia di Bismark, si trova a sua volta coinvolto da quella che fu una femme fatale, Marthe, nel nascondere Clément, il suo bambino adottivo, che non vede da quindici anni. Clément è sospettato di aver ucciso due giovani donne a colpi di forbici. Marthe è strenuamente convinta dell’innocenza di questo ragazzo, povero di spirito, confuso e apparentemente inoffensivo, a cui aveva insegnato a leggere, per compassione e per affetto.

Louis è il collegamento con la polizia; usando le sue vecchie conoscenze, riesce a captare informazioni utili sulle indagini. Il suo ruolo è grosso modo quello che il vecchio Vandoosler, qui figura solo marginale, aveva avuto in Chi è morto alzi la mano.

Io sono il tenebroso ha un spigliato senso psicologico, sottile nel suo analizzare e indagare i tratti dei personaggi, con una armonia sinfonica. La scrittura, sempre scorrevole, si dispiega su righe intriganti, dove la Vargas gioca abilmente a seminare indizi, che fluttuano e si confondono con il quotidiano, ma che tornano poi sbarazzini ad aiutare a risolvere il caso.

L’eccentricità dei personaggi, la dote migliore della Vargas, è narrata con una tale seduzione di parole da diventare normalità.
Io sono il tenebroso, noir imprevedibile e allegro, regala una lettura piacevole a appassionata.

Fred Vargas, Io sono il tenebroso, Einaudi Stile Libero, 2006, pp. 249, €11.00.