“L’Italiana in Algeri” al Teatro Mario Del Monaco di Treviso

Una produzione esemplare per raffinatezza, semplicità e qualità artistica

È quasi una rarità, ormai, assistere a produzioni di classici del teatro d’opera in cui vi sia un rapporto di vera intesa fra regia e musica. Quando questo accade, come è stato per L’Italiana in Algeri andata in scena a Treviso il 25, 27, 29 e 31 gennaio 2016, si finisce per rimanere meravigliati, come se questo fatto -che in realtà dovrebbe essere la norma- costituisse una novità assoluta, degna dell’intuizione di un genio.

Non si vuol dire così che L’Italiana in Algeri diretta da Francesco Ommassini, con la regia di Giuseppe Emiliani, abbia presentato uno spettacolo particolarmente “castigato” o tradizionalista. Niente affatto: semplicemente, meriterebbe un applauso tutto particolare il modo in cui l’intera messinscena è rimasta veramente fedele al senso dell’opera, senza introdurre forzature, conflitti o vuote esibizioni di virtuosismo teatrale.

Dal punto di vista musicale, il 31 gennaio è stata bella e convincente la prova dell’Orchestra Città di Ferrara (la produzione infatti vede la partecipazione del Teatro Comunale della città emiliana, che ospiterà due recite dell’opera il 5 e 6 febbraio). Sotto la direzione brillante e pulita di Ommassini si è avuta una prestazione estremamente vivace, nonché di ottimo livello tecnico. Piccolissimi scollamenti tra voci e buca nei vertiginosi passaggi concertati si possono tranquillamente dimenticare: il Rossini più ammiccante e coinvolgente, nell’interpretazione, c’era tutto. È stato convincente anche il Coro Iris Ensemble, diretto da Marina Malavasi, e notevoli anche gli interpreti principali. Alisa Kolosova, come Isabella, ha catalizzato l’attenzione per la sua bravura d’attrice e la facilità con cui ha impegnato la sua voce con fresca chiarezza, anche nei passaggi più ardui (ed era, va detto, reduce da un’indisposizione che ne aveva messo in dubbio la presenza in recita). L’equilibrio perfetto tra comico e sentimento, che tanto ha distinto in letteratura L’Italiana in Algeri, si è ritrovato pienamente nel personaggio di Kolosova, nonché nelle dinamiche nate tra lei e gli altri protagonisti. Si è distinto molto bene Nicola Olivieri, nei panni di un Mustafà che alla buffa e prepotente autorevolezza mescolava persino un velo di malinconia; e menzioni decisamente positive meritano senz’altro anche Daniela Cappiello come Elvira (dalla voce con ragguardevoli potenzialità espressive, anche se -giustamente- non esibite apertamente in quest’occasione), Giulio Mastrototaro come Haly e Valeria Girardello come Zulma. Il migliore in scena, tuttavia, è forse stato Lorenzo Regazzo: un basso versatile e dalle capacità istrioniche prorompenti, che in passato aveva già ricoperto con successo il ruolo di Mustafà. Qui è invece stato un Taddeo esilarante, virtuoso nell’articolazione e scintillante nell’uso del suo timbro; mai, tuttavia, ha “rubato la scena” con eccessi o scadimenti nel grottesco, rimanendo sempre entro un’interpretazione elegante e di gusto. Su Francisco Brito come Lindoro, invece, rimane qualche perplessità: a parte il suo timbro, forse troppo chiaro per il suo ruolo, si è mostrato meno a suo agio degli altri nel farsi parte del meccanismo scenico, rimanendo apparentemente distaccato e pensieroso.

La qualità del lavoro musicale si specchiava poi, come anticipato, in quella registica. A parte la scelta di usare costumi d’epoca credibili ma interessanti, curati da Stefano Nicolao, va salutata con entusiasmo l’idea di far rivivere in scena una delle più affascinanti esperienze artistiche italiane che la musica di Rossini abbia mai saputo suscitare: quella dello scenografo e autore di film animati Emanuele Luzzati (1921-2007). Durante l’Ouverture, il pubblico ha assistito a parte del cortometraggio L’Italiana in Algeri (1968), che Luzzati realizzò con il suo sodale di sempre Giulio Gianini (1927-2009). I découpage animati dei due autori hanno preso vita sul sipario abbassato del teatro, il quale poi, aprendosi, ha rivelato una scenografia fatta ancora di elaborazioni basate su fondali e scenografie di Luzzati, tutte proiettate su teli, pronte a seguire gli sviluppi narrativi con opportune metamorfosi ottiche. Al di là della bellezza estetica di un simile allestimento, va salutato il grande valore storico che l’espediente porta con sé, andando a celebrare uno dei momenti d’incontro più singolari e importanti tra cinema e teatro d’opera; un’idea che va a merito del regista, del responsabile delle proiezioni, Marco Godeas, e dell’autore del riallestimento scenografico, Federico Cautero.

Gioachino Rossini
L’Italiana in Algeri
Dramma giocoso in due atti di Angelo Anelli
Teatro Comunale Mario del Monaco, Treviso
25, 27, 29 e 31 gennaio 2016
Teatro Comunale di Ferrara
5 e 6 febbraio 2016 (Link)

Mustafà: Nicola Ulivieri
Elvira: Daniela Cappiello
Zulma: Valeria Girardello
Haly: Giulio Mastrototaro
Lindoro: Francesco Brito
Isabella: Alisa Kosolova
Taddeo: Lorenzo Regazzo

Direttore: Francesco Ommassini
Regia: Giuseppe Emiliani
Elementi Scenici: Emanuele Luzzati
Riallestimento Visuale e scenografico e diegno luci: Federico Cautero
Proiezioni: Marco Godeas
Costumi: Stefano Nicolao

Orchestra Città di Ferrara
Coro Iris Ensemble
Direttore del coro: Marina Malavasi
Maestro al fortepiano: Gianni Cappelletto