Nel 1911 Franz Boas scrisse il primo libro che cercò di spiegare partendo da basi scientifiche che la cultura non dipende da fattori razziali, e che inoltre tentò di togliere efficacia al concetto stesso di razza.
Questo libro fu pubblicato in tedesco nel 1914 con il titolo più esplicito Kultur und Rasse, e fin dal primo momento della sua comparsa divenne bersaglio preferito dei sostenitori della tesi della superiorità razziale, tanto da essere annoverato tra i volumi che i nazisti diedero alle fiamme il 10 maggio 1943. Nelle successive pubblicazioni lo scritto si arricchì dei risultati delle ricerche svolte nel frattempo, risultati che confermarono le conclusioni iniziali, secondo le quali la forma del corpo non è stabile in maniera assoluta, e che i caratteri mentali, sociali e della fisiologia variano indipendentemente dalla razza e dalla cultura. Il pensiero dell’uomo primitivo non differisce da quello dell’uomo civile, e non si può accertare una relazione tra razza e i tratti della personalità. Partendo da questi nuovi presupposti si doveva cercare una nuova definizione logica e biologica di tipologia razziale.
Il pensiero geniale di Boas si mostra nelle sue considerazioni sull’aspetto culturale dell’esperienza umana. La tesi per cui razza, linguaggio e cultura sono considerati delle variabili indipendenti, ossia che ad una stessa razza può corrispondere una o altra lingua una o altra cultura, è ampiamente documentata, sulla base di un’analisi comparativa molto accurata che si estende dai Vedda di Ceylon ai negri d’America, dagli Eschimesi alle tribù della California, agli Europei in varie epoche, tanto che la maggior parte delle sue argomentazioni sulle conquiste culturali dell’uomo nel corso della storia e gli esempi che egli dà sono diventati assiomatici in antropologia.
La lettura è resa piacevole dagli aneddoti presentati con minuzia di particolari senza perdere di interesse. In particolare, interessanti sono quegli esempi tratti dagli studi degli immigrati del XIX e del XX secolo negli Stati Uniti, tra cui molti hanno come protagonisti Italiani e rappresentnati di altre nazioni europee.
F. Boas, L’uomo primitivo, Roma, Laterza, 1995