Immergendosi nella lettura, ci si rende conto di come Salman Rushdie non sia solo uno scrittore, ma un mago, in grado di evocare due universi diversi e di unirli con la sola forza della parola, o forse il più abile tra i sarti, capace di tessere infinite trame e poi ricomporle in un unico tessuto, ricco e pieno dei colori della sua terra.
Un viaggiatore straniero, dai molti nomi e dalle infinite risorse, giunge alla corte di Akbar il Grande, presso la corte Mogul.Viene dalla lontana città di Firenze, per raccontare una storia al più grande sovrano dell’Oriente: la storia di Qara Koz, Madama Occhi Neri, una principessa dimenticata, di Antonino Argalia, combattente italiano imbattibile, di Nicolò Machiavelli con tutto il suo pragmatico cinismo. E poi, Andrea Doria e Giuliano de’ Medici, Elisabetta d’Inghilterra e i sultani orientali, personaggi realmente esistiti e inventati scaturiscono dalla fortunata penna di Rushdie in un racconto in cui due città lontanissime geograficamente e culturalmente, Firenze e Sikri, si incontrano nell’amore per una donna dai misteriosi poteri e dal fascino esotico.
Un’ottima ricostruzione storiografica si accompagna ad una fantasia senza alcun confine, grazie alla quale i pittori diventano parte integrante delle loro immagini, i sovrani sono in grado di creare le loro regine attraverso l’immaginazione e tutto un popolo può innamorarsi di una donna esistita nel passato. Nelle parole dell’autore de I figli di mezzanotte e L’ultimo sospiro del moro rivive la voce suadente della principessa Sherahazad delle Mille e una notte, mediata dall’Orlando Innamorato del Boiardo e dall’Orlando Furioso dell’Ariosto, e in ogni storia se ne apre un’altra e poi un’altra ancora, in una serie infinita di matrioske.
L’impressione che si ricava, al termine della lettura, è che lo scrittore abbia scritto a malincuore la parola “fine”, quasi che, volendo, avrebbe potuto proseguire all’infinito. Forse non si tratta più del Salman Rushdie rivoluzionario e blasfemo de I versi satanici ma, in attesa di un definitivo riconoscimento da parte dell’Accademia di Svezia, chapeau.
Salman Rushdie, L’incantatrice di Firenze, Mondadori, 2009, pp. 380, € 20,00.