Giornate degli Autori
Un ragazzo si aggira in macchina, ammirando un meraviglioso quartiere messicano, tutto sole e colori pastello. I ragazzini si recano a scuola e tutti sembrano sereni, in un clima che ricorda le atmosfere grottesche di Velluto blu. Ad un secondo sguardo però questo quartiere di sogno risulta essere controllato da innumerevoli telecamere, e circondato da un muro. Cosa sorge oltre a questa robusta protezione? Il Messico vero, degradato, terribile. Quando tre ladruncoli, entrati attraverso una breccia aperta da un incidente, si introducono nella “Zona” (il nome del luogo, in realtà un quartiere abitato da ricchi, al di sopra di ogni legge che non sia quella del denaro) e uccidono una donna per derubarla, tra gli abitanti nasce un senso di persecuzione e paranoia che porterà a situazioni insostenibili.
L’opera di Rodrigo Plá, presentata alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, appare come un film fantapolitico dai risvolti raffinati e sofferti. Pur con qualche eco del clima di persecuzione di 1984 e delle situazioni orrorifiche – metaforiche dei film di Romero, La zona si presenta come totalmente realistico e credibile, per poi instillare nello spettatore la sgradevole sensazione di stare assistendo ad una lenta caduta verso la degradazione morale di un’intera società. Il giovane protagonista, figlio di uno degli abitanti della zona, si troverà faccia a faccia con ciò che per il suo microcosmo è lo spauracchio e al contempo il capro espiatorio: uno dei ladri, il più giovane ed il solo sfuggito alla furia dei suoi vicini. E sarà un confronto tra la sua morale e quella dei suoi genitori, tra la sua conoscenza del mondo e il suo personale senso di pietà e comprensione.
Dietro di lui, gli adulti, in conflitto fra difesa dei propri privilegi e umanità. Come in The village, non è la fuga dalla violenza che salva chi si crede al di sopra del bene e del male, perché ciò che è insito nell’uomo non entra solo dalle brecce nei muri, ma emerge anche dalle crepe presenti nell’anima degli uomini.
Il film si presenta, in ogni fotogramma, come una struttura solida, calibrata ed elegantemente ragionata: non scade nel banale thriller, né nella fiction di denuncia. Centra perfettamente il bersaglio senza essere retorico, grazie anche ad alcune scelte di regia che risultano toccanti senza mai suonare false. Anche se purtroppo, sembra che per Plá la società sia destinata alla totale disfatta morale.
Gli spunti narrativi sono molti, e risolti nei modi più coerenti e coesi. I temi del il mondo dei ricchi, che si regge su ipocrisia, violenza e arroganza (quasi senso di onnipotenza), del danno subito dagli adolescenti, educati con valori morali parziali ed inumani, e della disperazione dei poveri, umiliati fino all’annientamento, trovano un intreccio che non delude ed un gran finale che, lontano anni luce dal semplicismo con cui si potrebbe chiudere un normale action movie con venature di denuncia sociale, lascia lo spettatore con un reale vuoto nel cuore, desolato di fronte alla presa di coscienza della totale caduta della civiltà nel mondo borghese. Ma La zona lascia anche con una scintilla, come una luce, che ci permette di mettere in discussione la nostra idea di giustizia. In un caso come questo (raro, ma possibile), il Cinema diventa l’Arte che permette di indagare il Mondo.
Titolo originale: La zona
Nazione: Spagna, Messico
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Regia: Rodrigo Plà
Sito ufficiale:
Cast: Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Daniel Tovar, Carlos Bardem, Marina de Tavira, Mario Zaragoza, Andrés Montiel, Blanca Guerra
Produzione: Morena Films
Distribuzione: Sacher Distribuzione
Data di uscita: Venezia 2007
04 Aprile 2008 (cinema)