“LE VITE DEGLI ALTRI” di FLORIAN HENCKEL VON DONNERSMARCK

Quanti fascicoli ha la tua vita?

Berlino Est, 1984. Cinque anni prima del crollo del muro di Berlino, Gerd Wieser è un ufficiale della Stasi, il Servizio di sicurezza della Germania Orientale assegnato alla sorveglianza dello scrittore di testi teatrali Georg Dreymann, formalmente appoggiato dal regime, in realtà sospettato di frequentazioni poco opportune per uno scrittore rappresentato nei teatri dello Stato. Poco a poco l’inflessibile controllore ascolterà ogni momento della vita del suo controllato, compresi i momenti di intimità con la sua compagna, l’attrice Christa-Maria Sieland. E, giorno dopo giorno, scoprirà un mondo nuovo, in netto contrasto con la povertà della propria vita. Ma il meccanismo messo in moto non si può fermare, fino all’amara conclusione, che solo dopo la caduta del muro troverà riscatto.

Scritto e diretto dal giovane Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore di una valanga di premi nei festival in cui è stato presentato, compreso il meritato Oscar per il miglior film in lingua straniera, Le vite degli altri è la storia di un piccolo burocrate paranoico e insoddisfatto, che per la Stasi compie con grande sussiego il proprio lavoro di controllore. La sua vita non esiste, esistono solo le vite degli altri.
Girato interamente a Berlino – anche nella vera centrale del Ministero per la Sicurezza Nazionale – ad una prima mezz’ora dal ritmo sostenuto, che ricorda un po’ certe spy story americane, il film contrappone una seconda parte più lenta e dilatata, con molti primi piani in cui lo sguardo del regista diventa più intimo e personale.

Nessun sistema spionistico di controllo aveva una tale perfezione e meticolosità come quello messo in piedi dalla Stasi nella ex DDR – Repubblica Democratica Tedesca: 85.000 ufficiali destinati a tempo pieno a seguire, ascoltare, controllare con maniacale precisione qualsiasi cittadino fosse anche solo lentamente sospettato di attività antigovernativa. Due anni dopo la caduta del muro, nel 1991, l’urgenza di sapere tra i tedeschi della ex DDR divenne così forte che il Governo Federale approvò la legge che permetteva a qualsiasi cittadino della ex Repubblica di consultare i fascicoli che lo riguardavano. Circa un milione e mezzo di persone hanno usufruito di questa possibilità, così come testimoniato nella seconda parte del film.

E così Le vite degli altri si può leggere su due diversi piani narrativi. Uno, quello più personale, parla di solitudini e tradimenti, indotti certo da un sistema che poteva rendere un figlio, un padre, una compagna di vita malleabile strumento di delazione nelle mani degli inflessibili ufficiali della Stasi. Sono come cellule isolate tutti i personaggi: non solo l’ufficiale Wieser, ma lo stesso scrittore, malgrado le amicizie, la sua compagna, attrice famosa e succube degli psicofarmaci comprati al mercato nero, il Ministro della Cultura, che può fidarsi solo del suo autista.
E c’è un livello più alto e di più ampio respiro che è quello della “Storia” della DDR, di un passato con cui la Germania, come ha già fatto con i periodi più bui della propria storia, torna oggi a fare i conti. Henckel von Donnersmarck rende con grande intelligenza e cura dei particolari il clima di sospetto e terrore che permeava la vita quotidiana di tutti, nessuno escluso. C’è, anche, una evidente critica ai regimi, tutti i regimi che limitano la libertà dell’individuo. In tempi di intercettazioni e manie di controllo, mascherate da prevenzione e garanzia di sicurezza, un film che guarda alla storia per far riflettere sul presente e sul futuro.

Titolo originale: Das Leben Der Anderen
Nazione: Germania
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 137′
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Cast: Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Ludwig Blochberger, Werner Daehn
Produzione: Bayerischer Rundfunk, Creado Film, Wiedemann & Berg Filmproduktion
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: Oscar 2007 – 06 Aprile 2007 (cinema)