La Mostra di Venezia celebra il suo Giubileo (1932-2007) con un Evento dedicato ad Alexander Kluge, il settantacinquenne regista premiato con due Leoni d’Oro e un Leone d’Argento

64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica festeggia il suo Giubileo. Nato il 6 agosto del 1932 al Lido di Venezia, il più antico festival del mondo compie quest’anno 75 anni. Assieme alla Mostra, nasceva in quei mesi uno tra i protagonisti del Cinema Moderno: Alexander Kluge, padre del Giovane Cinema Tedesco (iniziatore del Manifesto di Oberhausen) e vincitore di due Leoni d’oro e di un Leone d’argento. Kluge ripercorrerà con un programma speciale gli ultimi 75 anni di storia del cinema attraverso la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

In occasione della 64. edizione della Mostra (29 agosto-8 settembre 2007), diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Davide Croff, il regista tedesco presenterà materiali e documenti, per gran parte inediti e addirittura realizzati per l’occasione.

Tra le unità di base di questi programmi verranno presentati gli Ein-Minuten-Filme, mini-film di sessanta secondi che Kluge ha realizzato negli ultimi quarant’anni, soprattutto per la televisione tedesca ZDF e per quella svedese SVT.

“Su che cosa sia davvero il cinema, continuano ad esistere solo ipotesi invece che certezze – ha dichiarato il Direttore della Mostra Marco Müller. Abbiamo dunque chiesto ad Alexander Kluge di ripensare per noi la storia morfologica del cinema e delle altre arti: il sostrato fertilissimo che si è originato dal continuo smottamento tra giacimenti culturali contigui e, in particolare, il rapporto tra cinema, arti visive, musica e opera lirica. Kluge ha saputo condensare tale rapporto con grazia mirabile ed equilibrio instabile nelle sue ‘pillole di cinema’, che comprendono anche episodi girati al Lido negli anni ’60. Sono grato a Kluge di aver accettato, con questa sua programmazione innovatrice pensata specialmente per la Mostra, di essere il ‘nume tutelare’ del 75°, perché ci aiuta a non considerare questa data anniversaria un punto fermo, un punto d’arrivo. Come pochi, egli ha saputo infatti sventare il pericolo che, al cinema, la continua concretizzazione uccida la fantasia piuttosto che stimolarla, a meno che non ci siano delle cesure in cui la fantasia possa inserirsi. Sarà dunque lui ad aprire quelle cesure nel palinsesto della Mostra del Giubileo. Instancabile iniziatore di sentieri e iniziative inediti sin dai primi anni ’60, questo grande regista ha la stessa età della Mostra, ma non ha perduto nulla della contagiosa vivacità con cui ha animato la partenza del Giovane Cinema Tedesco”.

Alexander Kluge è stato anche uno dei cineasti più premiati nella storia della Mostra di Venezia. Oltre al Leone d’argento – Premio Speciale della Giuria ottenuto nel 1966 col suo primo lungometraggio, Abschied von gestern (La ragazza senza storia), e al Leone d’oro nel 1968 per Die Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos (Artisti sotto la tenda del circo: perplessi) – ultimo riconoscimento assegnato dalla Mostra prima della lunga interruzione scaturita dalla temperie politica e culturale della contestazione – Alexander Kluge è stato uno dei registi insigniti nel 1982 del Leone d’oro alla carriera del Cinquantenario.

Il programma completo che Alexander Kluge realizzerà per celebrare il 75° della Mostra di Venezia, prevede diversi materiali, che esplorano argomenti come il pre-cinema e il cinema muto, oppure il clima effervescente che vide l’affermazione negli anni ’60 del Giovane Cinema Tedesco. Il più stravagante e visionario assemblaggio di materiali sarà destinato a una proiezione notturna, a partire dalla mezzanotte.

Gli eventi Kluge della 64. Mostra sono realizzati in collaborazione con German Films, Goethe-Institut – che pubblicherà per l’occasione anche un catalogo illustrato – Filmmuseum München, Zweitausendeins, Kinowelt International, Bundesfilmstiftung, dctp, Kairos-film.

Note biografiche:

Il Leone d’Oro del ’68, Alexander Kluge è nato 75 anni fa, il 14 febbraio 1932 a Halberstadt (Germania). Scrittore, avvocato (ha studiato legge, storia e musica sacra) è considerato il padre del Giovane Cinema Tedesco (Junger Deutsche Film) per il suo ruolo di promotore principale del Manifesto di Oberhausen – il celebre documento del 1962, firmato da 26 autori tedeschi, in cui si auspicava la rinascita in Germania di un cinema nuovo e libero nelle idee e nel linguaggio. Discepolo di Adorno, Kluge rimane figura centrale del dibattito, lanciando con ottimismo e vivacità in scalfibili (che ancor’oggi lo caratterizzano) nuove, idee, nuove piste, nuove iniziative. Così che in breve tempo diviene la figura chiave nell’ambito di quel movimento, tanto da rappresentarne il più autorevole portavoce. Non a caso è a lui che, nel 1981, Rainer Werner Fassbinder dedica il film Lola.

Attivo dal 1958 come assistente alla regia di Fritz Lang durante le riprese di Der Tiger von Eschnapur (La tigre di Eschnapur), dal 1962 direttore dell’Institut für Filmgestaltung di Ulm – prima scuola di cinema della Germania Ovest, istituita proprio a seguito del Manifesto di Oberhausen – Kluge è stato sin dal suo primo lungometraggio uno tra i protagonisti del rinnovamento della Mostra di Venezia, dove è stato presente con suoi film per cinque volte, e dove i riconoscimenti ottenuti ne fanno uno dei cineasti in assoluto più premiati. Ha ottenuto il Leone d’Argento – Premio Speciale della Giuria nel 1966 già col suo primo lungometraggio, Abschied von gestern (La ragazza senza storia), e il Leone d’oro nel 1968 con Die Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos (Artisti sotto la tenda del circo: perplessi). Nel 1971 Kluge ha presentato a Venezia Der Große Verhau, un film di fantascienza dove trasferisce nella società futura il senso contemporaneo del caos. Nel 1974 ha presentato, come opera perno della sezione Donna e Cinema, il celebre Gelegenheitsarbeit einer Sklavin (Le occupazioni occasionali di una schiava, la cui protagonista, una giovane donna sposata, conduce una solitaria battaglia femminista tra l’indifferenza della società e l’ostilità delle istituzioni. Nel 1983 è tornato in concorso a Venezia con Die Macht der Gefühle (La forza dei sentimenti), film saggio in 12 capitoli, dove si fa uso di materiali audiovisivi di varia origine. Negli anni ’70 ha inoltre diretto un secondo film di fantascienza Willi Tobler und der Untergang der 6. Flotte (Willi Tobler e l’annientamento della VI flotta, 1972), In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod (Quando un grave pericolo è alle porte le vie di mezzo portano alla morte, 1974), Der Starke Ferdinand (Ferdinando il duro, 1976), e Die Patriotin (La Patriota, 1979) attraverso i quali ha criticato la Germania neocapitalistica ancora imbevuta di pericoloso autoritarismo. Verso la fine degli anni ’70 ha coordinato l’avventura politica collettiva di Deutschland im Herbst (Germania in autunno, 1978), co-diretto da Alf Brustellin, Hans Peter Cloos, Rainer Werner Fassbinder, Beate Mainka-Jellinghaus, Maximiliane Mainka, Edgar Reitz, Katja Rupé, Volker Schlöndorff, Peter Schubert, Bernhard Sinkel. Negli anni ’80 dirige Der Angriff der Gegenwart auf die übrige Zeit (L’assalto del presente al resto del tempo, 1985), con il quale ha confermato il suo stile scabro ed aggressivo, e Vermischte Nachrichten (1986). Nel 1985, inoltre, insieme a Edgar Reitz ha diretto una serie televisiva dedicata alla storia del cinema, in 4 puntate. Dal 1988 è autore di numerosi programmi televisivi culturali per i canali tedeschi RTL e SAT 1. E’ anche romanziere e scrittore-saggista politico e filosofico: Öffentlichkeit und Erfahrung, 1972 (Sfera pubblica ed esperienza, Milano 1979); Der Unterschätzte Mensch (2001); Chronik der Gefühle (2000), Die Lücke, die der Teufel lässt (2003), Tür an Tür mit anderem Leben (2006). Il suo nuovo libro è fatto di “storie del/di cinema”: Geschichten vom Kino (2007).