“La casa sopra i portici” di Carlo Verdone

Il nuovo libro di Carlo Verdone

Per la prima volta Carlo Verdone apre le porte di casa sua, e lo fa con un libro che ripercorre gli anni migliori della sua giovinezza, partendo da un’abitazione: quella dei genitori Mario e Rossana, dove Carlo è cresciuto insieme al fratello Luca e alla sorella Silvia.

La casa sopra i portici non è affatto un semplice edificio nel centro di Roma. È molto di più: è il contenitore “vivo” all’interno del quale si sono susseguiti eventi di vita e manifestazioni d’affetto, feste, pranzi e chiacchierate, oltre a incontri informali con le più importanti personalità della cultura italiana e internazionale.

Se si parla di Carlo Verdone e di suo padre Mario, è inevitabile che – prima o dopo – saltino fuori i nomi di Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini, Alberto Sordi e Franco Zeffirelli. Cosicché, al di là della storia personale dei Verdone, tra le pagine di questo libro edito da Bompiani (e curato da Fabio Maiello) c’è molto di più: un susseguirsi di aneddoti, curiosità e momenti di vita privata riferiti a personalità del cinema, della musica e della letteratura.

Dalle stranezze di Fellini (come quella di andarsene in giro di notte in una macchina della Polizia tanto per ammazzare il tempo, visto che di dormire non se ne parla), alle sbornie di Markopoulos e Adamov, dalla puntigliosità di Pasolini alla loquacità di Leonard Bernstein, le occasioni per fare incursione nel dietro le quinte di divi e divetti non mancano di certo.

E poi, accanto a tutto ciò, c’è la vita “segreta” di Carlo Verdone, che si svela con dolcezza, affettuosità e tanta nostalgia, riga dopo riga: la forza interiore della sorella Silvia (e la simpatia di suo marito Christian De Sica), il rapporto a volte complicato con il fratello Luca, quel padre e quella madre quasi mitici, ciascuno nel proprio modo di essere, le collaboratrici domestiche e gli zii che di tanto in tanto facevano capolino in casa Verdone. Ancora, la moglie Gianna, i figli, i momenti privati e drammatici come la morte dei genitori.

La casa sopra i portici è un libro di immensa tenerezza e – viene da pensare – un atto di coraggio per un comico e un regista che, sebbene sempre all’apice dell’umorismo sul palco e sul grande schermo, non ha mai fatto segreto di possedere un animo sovrasensibile, profondo e sofisticato.

Per un uomo così, abituato a dare peso alle parole e ai sentimenti tanto quanto alle immagini dei suoi film, non dev’essere stato facile sedersi a una scrivania e ripercorrere anno dopo anno l’infanzia e la giovinezza, partendo proprio da quelle (tanto amate) stanze, da quelle mura piene di libri, da quei mobili antichi. Ancor meno dev’essere stato semplice riversare un simile accumulo di emozioni e di ricordi, di sensazioni e di esperienze, all’interno di un libro destinato ai suoi tanti fan, che probabilmente dopo quest’atto di amore e di sincerità lo adoreranno ancora di più.

Tra parole e foto, la vita di Carlo Verdone è quindi (quasi) tutta racchiusa in un mucchietto di pagine a cui fa da copertina un ritratto in bianco e nero dell’autore. E a cui dona il titolo una casa luminosa, spaziosa ed elegante, sopra i portici di una sempre meravigliosa Roma.

Carlo Verdone, La casa sopra i portici, Bompiani; 2012; pp. 282; euro 18,00.