Pianeta Terra, un fine settimana qualsiasi. Tutto sembra tranquillo e normale, se per tranquillo s’intende la solita routine lavorativa e per normale s’intendono i piccoli grandi problemi di ogni giorno. Per Ray (Cruise), gruista con la passione dei motori, è il turno di tenere i figli mentre l’ex moglie va a trovare i genitori a Boston col nuovo partner. Certo, Ray non è un padre modello (non ha niente nel frigorifero e vive con un sei cilindri sul tavolo del soggiorno), ma quando strani fulmini iniziano a squarciare il cielo e sopite creature meccaniche si risvegliano dal sottosuolo per vaporizzare ogni essere umano gli capiti a tiro, il papà scapestrato non potrà che tentare il tutto per tutto per portare in salvo i propri figli.
Qualcuno lo ha definito l’evento dell’anno, qualcuno il film più costoso della storia; in ogni caso è il nuovo film di Steven Spielberg, quindi pellicola attesissima tout court. Il lancio mondiale e la campagna pubblicitaria martellante lo renderanno certamente un campione d’incassi, e i nobili precedenti (il romanzo di Wells, la trasmissione radiofonica di Welles ed il film di Haskin) contribuiranno a nutrire le aspettative di un pubblico estivo privo di molte alternative cinematografiche – se non horror – nelle sale.
Ma il passaggio al lato oscuro del regista amico degli extraterrestri non pare reggere il passo con lo stupore e la commozione suscitati dai bonari e amichevoli omini verdi da lui portati sul grande schermo ormai più di vent’anni fa’. Per Spielberg, abituato a destreggiarsi abilmente tra cinema di genere, intrattenimento ed autorialità, “La guerra dei mondi” sembra dunque segnare il prevalere della componente commerciale e del divertissement (suo e del compare Cruise in primis) sul piacere della scoperta e della ricerca. Un prodotto “di mestiere” dunque, perciò privo di quei tratti caratteristici che hanno permesso all’autore di “E.T.” di affrontare storie sempre diverse mantenendo la qualità della propria cifra stilistica.
Una tragedia apocalittica, la conquista della Terra, che molti hanno forzatamente cercato di interpretare come un nuovo round di una battaglia contro neo-terroristi, questa volta alieni, in chiave post 11 Settembre. Ma la paura del diverso, la minaccia incombente ed il timore derivato dalla presa di coscienza di non essere intoccabili e “superiori”, sono elementi attribuibili in gran parte al romanzo di H. G. Wells (al tempo, 1898, riferito al dominio imperialistico inglese), più che contesto e premessa indispensabili al film di Spielberg.
In ogni caso, è l’epopea del giovane padre di famiglia, contro il quale sembrano accanirsi gli invasori, sullo sfondo di macerie e relitti di aerei (quelli sì ricordano quei giorni di Settembre), a dominare il film. Il non eroe di tutti i giorni che, nel momento del bisogno, si lascia alle spalle la mediocrità quotidiana per difendere la vita dei propri cari diventa il simbolo dell’amore paterno. Ma se, a detta degli stessi Spielberg e Cruise, il tema principale del film vuol essere proprio il rapporto padre-figli, allora la debolezza strutturale de “La guerra dei mondi” deriva dal fatto che forse il vero valore di un genitore si riconosce nella routine dei problemi comuni, piuttosto che durante il tentativo di colonizzazione extraterrestre del proprio pianeta…
Titolo originale: War of the worlds
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Fantascienza
Regia: Steven Spielberg
Sito ufficiale: www.waroftheworlds.com
Sito italiano: www.laguerradeimondi-ilfilm.it
Cast: Tom Cruise, Dakota Fanning, Tim Robbins, Miranda Otto, David Alan Basche, James DuMont, Daniel Franzese
Produzione: Paramount Pictures, DreamWorks SKG, Amblin Entertainment, Cruise/Wagner Productions
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 29 Giugno 2005