“Love” di Vladan Nikolic

Se non sai da dove vieni, come fai a capire chi sei?

Giornate degli Autori
Vanja è un killer jugoslavo, reduce dalla guerra in Bosnia, che si aggira per New York deciso a portare a termine il suo ultimo incarico: finalmente potrà dire basta al suo obbligato destino di sicario. Ha vissuto l’infanzia in un orfanotrofio, non sa se è serbo, croato o mussulmano e per questo è diventato uno spietato omicida su commissione. Ma proprio quest’ultima missione gli fa incontrare per caso Anna, la sua ex-moglie: l’unica che, forse, lo conosce davvero.

Love è un film impressionista, dove tutti i personaggi recitano tanti piccoli monologhi in apparenza legati uno all’altro, ma in realtà separati da una distanza immensa, che il tempo e l’orrore della guerra non riusciranno più a colmare.
Anche in questo caso l’amore fa da filo conduttore: un sentimento perduto e dimenticato, che si risveglia solo per qualche minuto di passione, ma poi scompare e diventa grigio, come l’animo spento dei due protagonisti, Anna e Vanja..

Il rapporto affettivo diventa difficile, una cosa da rifuggire, perché richiede troppa sincerità e un’apertura totale verso l’altro. Meglio l’avventura di una notte, da dimenticare il mattino seguente, così come sarebbe stato bello fare con la tragica esperienza della guerra.
L’amore infatti, non ha il compito di trovare sollievo agli incubi del conflitto nei Balcani, ma è solo una testimonianza dell’aridità che la guerra ha lasciato dentro a chi l’ha vissuta, cancellando ogni speranza di vita e quindi d’amore.

Vanja ripiega così su una giovane donna ancora bambina, che accetta di stare con lui anche se sa bene che prima o poi verrà tradita. Anna è una donna schiva, resa fredda dalle brutte esperienze di una vita, ma anche da un’innata propensione al pessimismo e al ripiegamento su se stessa.
Non riesce ad amare fino infondo il suo nuovo compagno che invano le chiede di trasferirsi a casa sua, a vivere con lui. Vanja e Anna vivono in questa dimensione di sospensione che però non è di attesa: c’è invece in loro un compiacimento subdolo nel ritrovarsi di nuovo al punto di partenza.

Anna infatti ritroverà il coraggio di seguire la sua missione umanitaria (tornerà a far parte di “Medici senza frontiere”) solo quando lascerà anche il nuovo fidanzato e resterà nel suo guscio, sola. Vanja tenterà il suicidio, arrovellandosi nell’incapacità di riscoprire le sue origini.

In questo deserto dei sentimenti si salva solo il fidanzato di Anna, che lotta con tutte le sue forze per liberarla dalla costante tristezza in cui l’ha gettata la depressione: ma quando scopre di non poter fare nulla, pensa a se stesso e si dedica al sogno di una vita, diventare scrittore.
Ottima l’interpretazione di Didier Flamand (Les Choristes, I fiumi di Porpora) nel ruolo di Jean, un sessantenne che di giorno procura lavoro a Vanja e di notte fa il travestito nei night della grande mela: l’unico che crede ancora che l’amore sia pieno di poesia.

Curiosità: nel film si parlano 23 lingue diverse, la pellicola è stata girata con un budget limitato e in 21 giorni, con 60 diverse location tutte a New York.

Titolo originale: Love
Nazione: Serbia/Usa
Anno: 2005
Genere: Thriller
Durata: 94’
Regia: Vladan Nikolic
Cast: Sergej Trifunovic, Geno Lechner, Peter Gevisser, Didier Flamand, Liat Glick
Produzione: Studio Belgrade
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2005
31 agosto