“Man at sea” di Constantine Giannaris

Diario del Capitano

Berinale 61. Panorama Special
La nave petroliera greca Sea Voyager raccoglie in mare lungo le coste orientali dell’Africa un gruppo di ragazzi e ragazze in fuga da Paesi in guerra: Iraq, Pakistan, Afghanistan…

Una voce fuori campo fa da filo conduttore leggendo, giorno per giorno, il diario del capitano Alex. Con lui naviga anche Kate, sua moglie nonché medico, che vuole capire come è morto il loro figlio qualche tempo prima, annegato mentre era in mare con il padre. Per questo tragico fatto il capitano prova un costante senso di impotente colpa. L’armatore della nave – una voce lontana al telefono, che impartisce ordini severi – intima che tutti i giovani profughi vengano subito sbarcati. A costo di abbandonarli in mare. Il capitano cerca una soluzione con una organizzazione umanitaria in Nigeria, il cui capo si rivela però un trafficante, un moderno schiavista, intenzionato ad uccidere i ragazzi, uno a uno. Il capitano riesce a salvarli tranne sette, che restano nelle mani di quel fanatico assassino, che parla continuamente di religione e di dio.

Ma tra quelli ritornati a bordo monta la paura che si fa odio e rancore, mentre la convivenza con l’equipaggio è sempre più difficile: “Pulisci i gabinetti” ordina un marinaio a un profugo. “Non è il mio compito” risponde quello. “Questo non é un albergo”, intima l’altro…
Le cose si complicano ulteriormente poiché Kate vede in uno dei ragazzi, il diciassettenne Samir, l’immagine del figlio morto, ma costui tenta di sedurla: “Tu mi chiami ragazzo, ma io sono un uomo”, le dice. Il giorno dopo un elicottero verrà a prendere Kate.
La tensione esplode quando un marinaio viene ucciso da un profugo, geloso perché quello corteggiava una delle loro ragazze. Contemporaneamente arriva la notizia che la compagnia è fallita, la missione annullata e nessuno sarà pagato. Tutto l’equipaggio è allo sbando e mentre costoro, sulla la nave, si dirigono verso il porto di partenza, il comandate fa salire i profughi su una scialuppa e si unisce ad esso, prendendo il largo in mezzo al mare, condividendo quel tragico destino di esuli senza terra.

Un film dei giorni nostri, su uno dei drammi di cui tutti abbiamo avuto notizia ma di cui ben poco percepiamo la tragicità. Una pellicola intesa e ben realizzata, drammatica ma non patetica. Interessante è il personaggio del capitano Alex, un uomo lacerato che ha il volto barbuto di Ulisse e che, come in una moderna Odissea, è in viaggio alla ricerca della propria coscienza, di un riscatto per i profughi e anche di una meta che si allontana ogni volta che sembra quasi raggiunta.
Il cinquantaduenne regista è già stato presente alla Berlinale varie volte e in ultimo nel 2005 nella sezione Panorama con il film “Ostaggi”.

Greece, 2010, 93 min
English, Greek, Farsi
Director: Constantine Giannaris
Cast: Antonis Karystinos, Theodora Tzimou, Konstantinos Avarikiotis, Stathis Papadopoulos, Thanasis Tatavlalis
Section: Panorama Special