“Sono stato derubato del mio mestiere di critico dai talent show e dai loro meccanismi che trasformano in giudice il pubblico a scapito della qualità.” afferma Mario Luzzatto Fegiz, prestigiosa firma del “Corriere della Sera”, con il suo spettacolo di grande successo “Io odio i talent show”, in scena per ben quattro serate al teatro di vetro in Fabbrica di Lampadine, nuovo spazio artistico e culturale nato nel cuore di Milano.
Accompagnato sul palco dai musicisti Paolo Barillari (chitarra e voce) e Marco Brioschi (tromba) della Fegiz Band, percorre un folle viaggio fra canzoni celebri e decine di aneddoti, su leggende come Tenco, De André, Dalla o Elton John, quanto su artisti più popolari come Vasco, Pausini, Madonna, fino agli odierni idoli dei talent show.
“Quest’anno al Festival di Sanremo 14 dei 20 Big provengono dai talent. Molti di loro sono bravi, ma non è così per tutti. Mi ricordo ancora quando sono stato attaccato per aver parlato male di Valerio Scanu, mentre sono ancora pentito di non aver capito fin da subito il talento di Marco Mengoni” – ammette il giornalista – “Il problema è che ne escono tanti ogni anno e non c’è spazio per tutti”. Questo sarà uno dei tanti temi trattati all’interno dello spettacolo.
“L’idea è nata da una serie di conferenze fatte insieme a dei musicisti, in cui mi capitava di raccontare aneddoti della mia vita. All’epoca lavoravo con un impresario di nome Claudio Trotta, che mi mise in contatto con Maurizio Colombi, il quale aveva portato in scena musical importanti. Tra di noi è nata un’amicizia e nel giro di due mesi mi ha trasformato da giornalista ad attore. Poi, con la complicità del mio assistente Giulio Nannini, si è fatto raccontare la mia storia e dopo un mese i due sono tornati con un copione che parlava della mia vita. Certo, alcune cose erano state inventate, ma fa parte del gioco del teatro: nel giornalismo devi dire la verità, mentre la bellezza del teatro è che puoi mescolarla con la finzione tanto che le due possono sembrare indistinguibili” – racconta Fegiz.
Lo spettacolo è diviso in due atti che raccontano la storia di un critico importante che, a 65 anni, si sente improvvisamente derubato della sua autorevolezza. Così, in un crescendo tragicomico, racconta, con sorprendente umorismo e istrionico carisma, episodi sconosciuti, leggende, fatti e svariati misfatti vissuti in prima persona insieme ai grandi protagonisti degli ultimi 40 anni di musica in Italia.
BIGLIETTERIA:
COSTO: INTERO 20 EURO – RIDOTTO 15 EURO
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