“Masters of Horror: Deer Woman” di John Landis

Sedotti e calpestati

Americana
Una leggenda indiana (o sarebbe più politicamente corretto dire dei nativi americani), una serie di omicidi raccapriccianti, un detective solo e depresso e l’inconfondibile carica demenziale del regista culto di “The Blues Brothers”. Un mix collaudato di generi che riprende sapientemente, con autocitazioni, lo stile e la verve creativa di “Un lupo mannaro americano a Londra”.

Il detective Dwight Faraday è stanco e triste da quando la moglie l’ha lasciato ed un incidente sul lavoro ha compromesso la sua carriera; ai margini del dipartimento, ora gli sono assegnati solo i casi di attacchi di animali. Ma quando vengono rinvenuti i resti di un camionista forse spappolato dagli zoccoli di un qualche strano mammifero, Dwight ritrova un motivo per appassionarsi di nuovo alle indagini ed al suo lavoro.

Landis torna all’horror nella maniera che più gli si confà: spirito goliardico, storie leggendarie classiche e gusto per il grottesco. Una miscela esplosiva che nelle mani del regista di Chicago (coadiuvato alla sceneggiatura dal figlio Max) si materializza nelle curiose avventure della Donna Cervo (Deer Woman, interpretata da Cinthia Moura, seducente modella brasiliana), creatura mitologica impegnata nel sedurre e “calpestare” le proprie vittime. E come da tradizione landisiana, il gusto per gli schizzi di sangue e le carcasse maciullate vanno di pari passo con una comicità a volte più sottile di quanto sembri, a volte gustosamente e semplicemente demenziale.

Ricordando Un lupo mannaro americano a Londra, anche qui alcune delle sequenze più divertenti e fantasiose (applausi in sala) sono le oniriche quanto ridicole ipotesi che il detective ricostruisce nel dormiveglia su come siano avvenuti gli omicidi: una donna armata di piede di cervo che brandisce una zampa zoccolata come una mazza da baseball, uno spassoso uomo-cervo camionista boscaiolo innervositosi nel tentativo di rapire la sua bella o un grasso esemplare del mammifero cornuto rinchiuso nella cabina della motrice di un camion in attesa della sua vittima.

Se la libertà totale concessa ai registi di Masters of Horror non poteva che portare alla luce l’essenza della poetica dei diversi autori, Landis si dichiara allo stesso tempo soddisfatto del suo lavoro ma geloso di quello del compagno dell’orrore Joe Dante: “Avevamo una grande opportunità, un’ora di film totalmente libera. Joe ha fatto qualcosa di grande, io qualcosa di sciocco” (Dante ha siglato un magnifico horror-politico anti Bush ndr). Però si sa, sciocco non significa privo di valore artistico e creativo per John Landis, ma semplicemente spensierato e privo di condizionamenti moralistici, ritratto di una visione del mondo da sempre irriverente e grottesca.

Dopo la parentesi semi-documentaristica di Slasher, presentato lo scorso hanno sempre al Torino Film Festival, l’autore di Animal House torna a ciò che gli è più congeniale, alla carica eversiva di una comicità sopra le righe unita al sapiente gusto per il macabro, dove si ride tra uno schizzo di sangue e una scalciata della donna cervo e dove si inorridisce tra un peluche gigante vestito con camicia di flanella e uno striptease “bestiale”.

MASTERS OF HORROR: LA DONNA CERVO
MASTERS OF HORROR: DEER WOMAN
USA, 2005, HD, 60′, col.

regia/director John Landis
sceneggiatura/screenplay Max Landis, John Landis
fotografia/director of photography Jon Joffin
scenografia/set design David Fischer
costumi/costume design Lyn Kelly
montaggio/film editor Mark Levine
musica/music Peter Bernstein
suono/sound Kris Fenske
interpreti e personaggi/cast and characters Brian Benben (Dwight Faraday), Anthony Griffith, Cinthia Moura, Sonya Bennett, Julian Cristopher, Don Thompson, Alex Zahara
produttore/producer Tom Rowe, Lisa Richardson

produzione/production IDT Entertainment, Industry Entertainment, Nice Guy Productions

distribuzione/distribution Sharada Distribuzione s.r.l.