“Masters of Horror: Homecoming” di Joe Dante

Un soldato (morto), un voto

Americana
Stati Uniti, ultime settimane prima delle elezioni presidenziali. Il comitato per la rielezione del candidato repubblicano è in fermento. Le critiche e le polemiche sulla guerra in corso e sui caduti americani rischiano di far presa sulla popolazione. Bisogna andare in televisione e smentire tutto ed il contrario di tutto, sostenendo le ragioni di una guerra inutile con pomposi apogei di retorica militarista e patriottica. Ma quando un membro dello staff del presidente invoca durante un talk show, con false lacrime, il ritorno a casa dei valorosi eroi americani morti in battaglia, ecco materializzarsi realmente gli zombie caduti nell’ultima guerra. Si ripresentano in patria i soldati morti-non morti, ed hanno uno solo scopo: andare alle urne; per chi voteranno?

Adattamento del racconto di Dale Bailey, Homecoming si presenta fin da subito come uno dei più irriverenti, originali ed eclatanti film horror in circolazione. Non è un film horror nell’accezione tipica del genere, ed infatti difficilmente avrebbe trovato il suo spazio fuori da un progetto interessante ed indipendente come Masters of Horror. Ma è in tutto questo che si manifesta ancora una volta la genialità di Joe Dante nel comporre una graffiante satira dei nostri tempi – e del suo Paese – in un contesto dedicato alla paura, all’orrore ed al disgusto. E non c’è niente di più terrificante di quello che sta succedendo in America negli ultimi anni, secondo Joe Dante.

L’ipocrisia dilaga? Le menzogne superano di gran lunga la soglia minima ed indispensabile di verità a cui ogni cittadino ha diritto? Niente di meglio dunque che scegliere un simbolo forte (coraggiosa quanto azzeccata la scelta di usare i soldati uccisi in guerra) per mettere davanti agli occhi di tutti l’operato poco virtuoso del governo. Ed è significativo che nel paese in cui il patriottismo è più di un dovere morale, dove i combattenti sono eroi perché fanno la guerra indipendentemente dalle ragioni per cui ci si uccide, e dove la verità è quella che si dice e vede in televisione, siano proprio i morti (nelle vesti di zombie) a rendersi conto per primi che è arrivato il momento di cambiare.

Dante non risparmia nessuno, dalle procaci teocon che s’azzuffano a suon di provocazioni in tv ai supini tirapiedi al servizio dei potenti, dagli asserviti reverendi della fede, pronti a giustificare ogni crociata in nome della religione dell’opportunismo, ai patetici scribacchini presidenziali. I riferimenti alla realtà quotidiana (assolutamente riconoscibili in ogni loro forma) si susseguono così rapidamente da condensare gli avvenimenti nefasti degli ultimi cinque anni di amministrazione repubblicana statunitense in un vortice infernale di bugie dal quale forse solo i morti-invano potranno liberarsi.

Un film che non ha nulla da invidiare agli Horror più propriamente detti. Non c’è nulla di più raccapricciante di “non essere padroni della propria vita, di essere manipolati da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo”. Parola di Joe Dante.

MASTERS OF HORROR: RITORNO A CASA
MASTERS OF HORROR: HOMECOMING
USA, 2005, HD, 60′, col.

regia/director Joe Dante
soggetto/story Death & Suffrage di/by Dale Bailey
sceneggiatura/screenplay Sam Hamm
scenografia/set design David Fischer
montaggio/film editor Marshall Harvey
produttore/producer Tom Rowe, Lisa Richardson
produzione/production IDT Entertainment,
Industry Entertainment, Nice Guy Productions

distribuzione/distribution Sharada Distribuzione s.r.l.