L’importante partecipazione dei giovani artisti dell’Accademia di Brera con la realizzazione di una serie di opere visibili da oggi nell’isola di San Servolo.
Nella consuetudine delle ricorrenti iniziative promosse all’interno di Open che Paolo De Grandis ha avviato da alcuni anni al Lido in occasione dell’annuale apertura del Festival del Cinema e che ormai ha esteso all’isola di San Servolo, sono lieto di registrare, in questa edizione e in questo luogo, l’importante partecipazione dell’Accademia di Brera che presenta alcuni artisti in rappresentanza dell’istituzione braidense, coordinati per l’occasione da Marco Pellizzola, docente di Decorazione presso la stessa accademia.
Dai tempi di Canova e dell’illuminato Giuseppe Bossi nonché, in seguito, del veneziano Francesco Hayez, il capoluogo lombardo e quello lagunare, all’epoca lontani da sterili logiche competitive, svilupparono proficui rapporti complementari tra le varie città d’arte che sicuramente potrebbero essere intelligentemente ripristinati nei difficili tempi attuali in cui le più importanti istituzioni di riferimento per l’arte languono soprattutto perché prive delle necessarie attenzioni normative e legislative di completamento di un’ormai logora legge di riforma universitaria risalente al 1999. Nonostante tale nefasto clima e contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, si registra una notevole qualità nei risultati raggiunti, frutto principalmente di una professionalità, nonché di un disinteressato ma genuino entusiasmo che si riflette, con soddisfazione, nelle opere realizzate e qui ora presentate.
Marco Pellizzola non è nuovo a iniziative di tal genere e d’altronde, nel coinvolgerlo, ero certo che la splendida natura del luogo lo avrebbe particolarmente suggestionato. Così è stato. In effetti ero a conoscenza della sua ricerca artistica che coincide, come dovrebbe essere per ogni buon maestro, con il suo insegnamento. Ricerca e attività didattica, ancora e per fortuna nel suo caso, così entusiasticamente complementari. Pellizzola, a sua volta, ha coinvolto, per Open, una rosa scelta di artisti da anni attivi nel contesto contemporaneo, ciascuno dei quali risulta dotato di un ricco background che ne evidenzia la rispettiva ricerca. Già studenti nei vari indirizzi di specializzazione avviati presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, Federica Alì, Alberto Gianfreda, Michele Guido, Radis Nikzad, Daniela Novello, Chiara Rinaldi, Emanuela Rizzo, Marco Scifo, Jessica Soffiati, sono tutti giovani artisti, ancora in rapporto con Brera con una funzione paragonabile a quella degli omologhi ricercatori universitari. Uso il termine “paragonabile” considerando il fatto che tale ruolo, purtroppo, non è ancora ufficialmente contemplato, come dovrebbe invece esserlo, nel settore delle accademie di belle arti.
Le loro proposte risultano compiute, studiate nei dettagli, da quelli meramente progettuali a quelli definitivi dell’allestimento e della messa in opera. In tal senso ne risultano opere che non denotano provvisorietà né un vuoto e opportunistico nonsense di un’effimera risultanza autoreferenziale, tendenza oggi molto diffusa cui sembriamo esserci arresi e assuefatti, ma che evidenzia la propria inefficace inattualità. In un contesto paesaggistico lagunare che sicuramente si sta modificando e che sembra destinato a coinvolgere le diverse realtà insulari dell’estuario, sono convinto che interventi come questi possano ben rappresentare l’intenzione di tali mutazioni e in tal senso prefigurarsi come ulteriori preziosità della splendida natura insita in tali luoghi. Con tale prospettiva di un armonico e complementare – mai invasivo – ritorno alla natura, mi auguro che collaborazioni come queste possano farci riappropriare del senso di un’indispensabile quanto feconda sintonia e relazione arte-natura.