Caustico. Irriverente. Assurdo. Brutale. Esuberante.
Parassiti Fotonici, in scena dal 21 gennaio al 7 febbraio al Teatro Filodrammatici di Milano, tradotto e diretto da Bruno Fornasari, dal testo Radiant Vermin di Philip Ridley, qui con una messa in scena brillante e superba, interpretato da Tommaso Amadio, Federica Castellini, Elisabetta Torlasco, che imprimono un formidabile valore aggiunto al testo, è uno spettacolo imperdibile.
Parassiti Fotonici indaga, partendo da una premessa assurda, le spietate conseguenze di un patto faustiano e sonda le coscienze: fin dove si sarebbe disposti a spingersi per possedere la patinata, perfetta, feticista casa dei sogni?
Lo spettacolo inizia con Jill e Ollie, una giovane coppia, apparentemente solare, appena sopravvissuta al primo compleanno infernale del loro figlio Benjamin; con grande disinvoltura i due si rivolgono al pubblico raccontando i sacrifici che hanno fatto per ottenere la loro casa dei sogni.
_ Jill e Ollie dialogano, partendo dal brutto quartiere in cui hanno vissuto, il Red Ocean, intitolato dai giornali come la capitale del crimine. Ma un giorno Jill, ancora incinta all’epoca, apre una missiva del governo: sono stati scelti per far parte del Programma di Rigenerazione Sociale. Praticamente il governo regala loro una casa, il loro impegno è quello di ristrutturarla, per riqualificare l’area e invogliare altri a comprare le case vicine. Jill è euforica, Ollie sospettoso. Si recano sul posto, molto isolato, con cinque case fatiscenti, definito da Ollie una Černobyl chic. Qui incontrano l’agente immobiliare Miss Dee, stranamente onnisciente e mefistofelicamente persuasiva.
_ Dopo alcuni momenti di titubanza da parte di Ollie – in quella casa manca tutto, elettricità, acqua calda, arredi… e loro non hanno i soldi – Jill lo convince che quello è il posto perfetto per far crescere il loro figlio.
La prima notte, mentre la coppietta dorme serenamente, un barbone entra in casa loro. Ollie scende in cucina, allertato dagli strani rumori; segue una collutazione con l’intruso. E’ questione di attimi: Ollie lo spinge, il barbone va a sbattere mortalmente contro un attaccapanni. L’uomo è nel panico. Jill non sa cosa fare. Ma un certo punto il corpo del barbone irradia accecanti fasci di luce. Il cadavere sparisce e Ollie e Jill si ritrovano nella loro cucina dei sogni, vista qualche tempo prima in un noto negozio di arredamento.
Ollie e Jill si rendono conto che uccidendo persone senza fissa dimora otterranno la ristrutturazione perfetta della loro casa dei sogni, compresi arredi, macchina, giochi per il bambino… Decidono così di andare alla ricerca dei parassiti della società, eliminarli, per conseguire i loro obiettivi… del resto che male c’è? Loro devono pensare al benessere del loro bambino.
E i sensi di colpa, la paura dell’inferno, che attanagliano la coscienza e fanno mancare il respiro, vengono scacciati via presto dalla loro logica spietata che li porterà a volere sempre di più.
Parassiti Fotonici è una commedia nera che diventa nerissima con il passare del tempo; e l’accattivante adattamento italiano mantiene una perfetta, simbiotica, sintonia dark con il testo originale.
_ Il pubblico è usato dagli attori in scena come confessore, come complice, come giudice della loro perversa logica messa a punto, anzi, cullata e sviluppata dalla società e dal governo.
Momenti cult, imperdibili e geniali: il monologo di Jill, cresciuta nella premura della fede cristiana, che per il bene suo e della sua famiglia, rivaluta i più consunti luoghi comuni sugli homeless. La festa di compleanno di Benji dove Tommaso Amadio e Federica Castellini interpretano 11 personaggi.
Cast Tommaso Amadio, Federica Castellini, Elisabetta Torlasco
Scene Aurelio Colombo
Costumi Erika Carretta
Musiche originali Massimiliano Setti
Regia Bruno Fornasari
Assistenti alla regia Marco Rizzo, Chiara Serangeli
Produzione Teatro Filodrammatici