Pierre (Roman Duris) è malato. Gli restano pochi mesi da vivere. Custodito dalla sorella Elise (Juliette Binoche), passa gran parte del tempo affacciato al balcone, a guardare Parigi. Lì, per strada e negli appartamenti della capitale francese, si affollano varie storie e personaggi: una ragazza è concupita da un professore universitario, una fornaia “tortura” le sue commesse, un gruppo di lavoratori in un mercato ortofrutticolo affronta il dolore della morte…
Parigi è quello che promette di essere: un omaggio sentito alla capitale francese, nel quale però sfugge la coerenza narrativa e si fatica a trovare una necessità. Klapisch infatti moltiplica le storie e a tratti dà addirittura l’impressione che voglia raccontarci tutti gli abitanti di Parigi, ma nonostante ciò non riesce a sviluppare un unico tema che dia unità alla sua pellicola, cosicché ogni racconto pare andare per conto suo e sembra incontrarsi con un altro solo in modo forzato.
Vi sono – è vero – dei personaggi riusciti, come ad esempio il professore universitario, la fornaia e l’architetto, ma non salvano il film dalle sue debolezze e incongruità che paiono in gran parte discendere dall’“irrisolto” Pierre. Al personaggio interpretato da Duris, infatti, spetterebbe il compito di far sbocciare lo sguardo metaforico e malinconico su Parigi, ma così non avviene, poiché si opprime troppo la sua figura lasciandola quasi a vegetare in attesa della morte. Pierre rappresenta troppo scopertamente “il discorso del film” e, allo stesso tempo, si dimostra assolutamente “inutile” al film stesso.
Quel che manca di più, alla fine, è proprio Parigi, mai protagonista della pellicola e anzi semplicemente sfondo alle azioni degli interpreti. Non emerge insomma la babele, la crudeltà, l’insensatezza, l’incertezza, il disagio e l’euforia del vivere urbano.
Forse l’unico momento davvero cogente rispetto ad un soggetto così vago e nebuloso, lo si ha in un paio di sequenze che vedono protagonista il personaggio dell’architetto, fratello del professore universitario. Prima i due fratelli discutono a proposito di una città idealizzata e razionale che visualizzano in 3D. Poi lo stesso architetto sogna se stesso, all’interno dell’animazione, come una figura post-umana tra le altre. Rimane perciò prigioniero del suo progetto, ne scopre l’incubo che vi si cela e ne verifica la discrasia tra ciò che immaginava e ciò che poi effettivamente si realizzerà. Ne viene una sorta di rapido e abbozzato controcanto al senso di una città e insieme al significato dell’“esserci”. Peccato però che si tratti solo di uno spunto tangente, in tanto frammentario e confuso affastellamento.
Titolo originale: Paris
Nazione: Francia
Anno: 2007
Genere: Commedia drammatica
Durata: 129’
Regia: Cédric Klapisch
Sito ufficiale: http://www.lefilm-paris.com/
Cast: Juliette Binoche, Roman Duris, Fabrice Luchini, Albert Dupontel
Produzione: Studio Canal, TPS Star, France 2 Cinéma
Distribuzione: BIM Distribuzione
Data di uscita: 26 settembre 2008 (cinema)