Concorso
Steve Butler (Matt Damon) è un uomo di trentotto anni portati in mondo affascinante, ma soprattutto ha quella faccia da bravo ragazzo utile per il lavoro che svolge: è un agente per una grande società, la Global, che si occupa di estrarre gas naturale.
Il prossimo obiettivo della Global è McKinley, una piccola cittadina rurale, fatta di fattorie, di bambine che vendono la limonata e di gente che lavora sodo e che indossa camicie di flanella a quadri e cappelli con la visiera.
Insieme alla collega Sue Thomason (Frances McDormand), Steve bussa di porta in porta per convincere gli abitanti della zona, fortemente colpita dalla crisi economica, a vendere la terra per permettere la “fratturazione” – l’estrazione del gas naturale.
Quello che aveva l’aria di essere un lavoro facile con un soggiorno breve, diventa per i due una spina del fianco, perché trovano negli abitanti del posto un osso duro, che non si lascia convincere facilmente. Steve, che ha ottenuto una promozione a New York, pazientemente, cerca il dialogo; ma il suo metodo di persuasione è messo a dura prova dal saggio insegnante di chimica Frank Yates (Hal Holbrook) e soprattutto da uno scaltro ambientalista, Dustin Noble (John Krasinski). Steve e Sue collaborano per rendersi simpatici agli abitanti del posto, mentre Frank e Dustin mettono la cittadina di fronte ai rischi concreti per il bestiame e per il raccolto, e quindi anche per le persone, che deriverebbero dalla frantumazione.
In concorso al 63 Festival di Berlino arriva l’insolito e innovativo regista Gus Vas Sant con una pellicola, scritta da Matt Damon e da John Krasinski (Qualcosa di straordinario), non certamente all’altezza dei suoi lavori precedenti.
Promised Land non ha la passione di Milk, né la potenza di Elephant; Gus Vas Sant dirige una storia bilanciata, nel suo essere pungente e umana, ma che non riesce a equilibrare l’intento del tutto, cioè la messa a fuoco del giudizio.
Perché Promised Land ha il pregio, e allo stesso tempo la debolezza, di portare avanti le opinioni dei due blocchi: la ricchezza autentica promessa dalla società multimilionaria del gas e la condanna degli ambientalisti. E questo match non riesce sempre a mantenere la giusta tensione a livello di script, che tra le righe propende a favore della tesi ambientalista.
Ma i puntili deboli e tortuosi della trama – penalizzati da un finale maldestro, ma che occorre dire non fa prediche né moralismi – trovano compensazione nei personaggi sobri, caldi e ironici, volti e coscienza di una provincia americana ben studiata. Ed è in questi e tra questi elementi che si riconosce e si ritrova l’osservazione attenta e l’immediatezza semplice di Gus Van Sant.
Titolo originale: Promised Land
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 106′
Regia: Gus Van Sant
Cast: Matt Damon, Frances McDormand, Hal Holbrook, John Krasinski, Benjamin Sheeler, Terry Kinney, Carla Bianco, Joe Coyle
Produzione: Focus Features, Imagenation Abu Dhabi FZ, Participant Media, Pearl Street Films
Distribuzione: Bim Distribuzione
Data di uscita: 14 Febbraio 2013 (cinema)