“QUALCUNO CON CUI CORRERE” di Odeod Davidoff

Forse solo nel sogno esiste il castello dorato, forse nel mondo lo storto è il perfetto

Qualcuno con cui correre, che ha conquistato il primo premio al Giffoni Film Festival, racconta la storia di alcuni giovani che cercano una carezza, fraterna, d’amicizia, d’amore.
Questo film è tratto dall’omonimo libro dello scrittore israeliano David Grossman, edito in Italia da
Mondadori.

Il regista, come suo secondo lungometraggio, dopo Clean Sweep del 2001, ritrae la vita di alcuni ragazzi a Gerusalemme. Quello che offre al pubblico, però, è un panorama israeliano diverso, non è quello ultraortodosso e non è quello del Muro del Pianto. Affronta una parte di città, abitata da giovani, soli, alcuni sbandati, altri impauriti, che vivono per le strade, ognuno fuggendo da qualcosa; sono giovani che cercano un calore, ma allo stesso tempo temono un legame affettivo.

Qualcuno con cui correre ricostruisce la fuga della sedicenne Tamar (Bar Belfer) attraverso le ricerche di Asaf (Yonatan Bar Or). Tamar è una ragazza con un viso innocentemente dolce, che un giorno ha deciso di scappare da casa per cercare di salvare il fratello Shay (Yuval Mendelson), promettente musicista, finito in un minaccioso giro di droga. Tamar ha con sé una guardia del corpo, una affettuosa Labrador, Dinka, che accompagna la sua padrona negli abissi di Gerusalemme.

Asaf, impiegato comunale, ha come compito quello di riconsegnare un Labrador, catturato un giorno dall’accalappiacani, al suo proprietario. Il cane altri non è che Dinka, che trascina a perdifiato Asaf in una serie di avventure e disavventure, conducendolo da persone che a poco a poco gli permettono di ricostruire l’identità di Tamar. Così, Asaf, incuriosito da questa ragazza scomparsa, decide di non portare Dinka di nuovo al canile, ma di lasciarsi guidare da lei, per trovare Tamar. Intanto nei due mesi vissuti fuori casa, la ragazza, a sua volta, è riuscita a mettersi sulle tracce del fratello, cercando lei stessa di non perdersi nella disperazione.

Qualcuno con cui correre ha un’essenza commovente alle sue radici. Ma la narrazione cinematografica è talmente enfatizzata da sembrare irreale, quasi una favola. Tamar è una ragazza forte, ma troppo eroica per la sua età. Le sue scelte incutono una certa ansia, fanno sorgere spontanei dubbi, perché la sua vita viene raccontata con una eccessiva normalità.
È un film che parla di giovani disperati, che suonano per racimolare quanto basta per poter mangiare, fagocitati da un’organizzazione che li sfrutta, gestita da un protettore mafioso, Pesach (Tzasi Grad).
Tamar, dotata di un naturale talento artistico, entra nella rete di Pesach, che la manda a suonare e cantare per strada. Lei non molla, certa che prima o poi riabbraccerà e salverà il fratello.

La regia, forse per far immedesimare maggiormente lo spettatore nel disagio di questi ragazzi, adotta uno stile documentaristico. La camera da presa segue i respiri, gli occhi spaventati, le mani che cercano un contatto umano, ma conduce queste riprese in modo quasi ossessivo. L’effetto che ne deriva è claustrofobico, la sequenza di immagini imprigiona chi guarda senza dargli una tregua. L’aria fresca arriva quando Tamar canta, con una voce melodiosa e serena, canzoni soavi che si scontrano violentemente con il mondo e con il modo in cui lei ha scelto di vivere, per amore e disperazione.
Bravissimi gli interpreti, dalla protagonista Bar Belfer, diplomata in musica alla scuola d’arte Alon High School, a Yval Mendelson famosa rock star in Israele, a Yonatan Bar-Or, anche lui come i suo colleghi, alla sua prima prova come attore.

Titolo originale: Mishehu Larutz Ito
Nazione: Israele
Anno: 2006
Genere: Avventura, Drammatico
Durata: 118′
Regia: Oded Davidoff
Sito ufficiale: www.someonetorunwith.com
Cast: Bar Belfer, Yonatan Bar-Or, Yuval Mendelson, Tzahi Grad, Danny Steg, Neomi Polani
Produzione: B&K Film Productions, B&K Productions, JCS Production
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 21 Novembre 2008 (cinema)