“RENGLAO JAK MAENGNUE” DI URUPHONG RAKSASAD

Storie del nord

Concorso
Otto storie più una ambientate a Lanna, un piccolo villaggio nel nord della Thailandia. Un luogo in cui il capitalismo e l’industria non hanno ancora fatto capolino; un non luogo quindi, simbolo della glocalizzazione, del globale che si scontra col locale, dove abitano solo vecchi, bambini e una strambo musicista. Tutti i giovani sono emigrati a Bangkok in cerca di fortuna. Uno di loro, il regista di questo film, la troverà, forse, tornando e mostrandoci la sua gente.

C’è un vecchio contadino che vive solo col suo cane; di giorno lavora, di notte dorme col fucile in mano per timore dei ladri. C’è un gruppo di bambini portati in campeggio da un adulto; uno di loro, durante la notte, intrattiene gli amici raccontando le leggende di Pong, il fantasma che divora la placenta. C’è una capanna sperduta in mezzo ai campi; ci vive un musicista, che suona tutto il giorno la stessa canzone. C’è una donna di 84 anni, che vive sola col suo gatto, Miao; ormai è annoiata dalla vita, vuole soltanto addormentarsi e non svegliarsi più. C’è un gruppo di braccianti riuniti per la mietitura; durante una pausa cantano e mangiano. C’è un padre che con il figlioletto sulle spalle attraversa una giungla di erba alta; vuole mostrargli la vecchia strada che attraversava il villaggio. C’è un anziano allevatore di bufali, importunato da degli adolescenti sulle loro moto. C’è un folto gruppo di anziani ciclisti che si dirige verso un tempio buddista; puliscono il patio, pregano, accendono candele votive ed ascoltano la predica di un monaco. E poi c’è il giovane regista, non ancora trentenne, sulla via del ritorno dopo aver girato questo film.

Solitudine, vecchiaia, infanzia, adolescenza, gioco, lavoro, amore filiale, fede, religione, natura, giorno, notte, pazzia. C’è davvero tutto, o quasi, in questo piccolo compendio della vita secondo il giovane Uruphong Raksasad. Telecamera digitale alla mano, il thailandese ci guida in un’esplorazione vera, o quasi, della sua terra natia. Prediligendo cavalletto e carrelli alla telecamera a spalla, quindi dovendo allestire una mise en scene, l’autore confonde sapientemente documentario e fiction. Già aiuto regista del più noto Apichatpong Weerasethakul (Tropical Malady e Syndromes and a century, in concorso a Venezia), Raksasad regala questo gioiellino al festival di Torino. Purtroppo, anche se la struttura a episodi consente una buona fruibilità, mantenendo il livello di concentrazione abbastanza elevato, questo film non è nemmeno lontanamente commerciale o commerciabile, a causa dello scarso appeal che avrebbe fra il grande pubblico. Un vero peccato.

STORIE DEL NORD
STORIES FORM THE NORTH
Thailandia, 2005, Betacam SP, 87′, col.
regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia, montaggio, produttore/director, story, screenplay, director of photography, film editor, producer Uruphong Raksasad
musica/music Thipratri Pirompak, Jaral Manophet
interpreti/cast Kon Chaitha, Tan Kongwan, Suk Punkam