Concorso
Il racconto di ciò che accade dietro le quinte di uno dei più importanti show radiofonici andato in onda in America a partire dal 1974 e che nel film viene improvvisamente cancellato.
Tra passioni e contrasti tra tecnici e artisti, il manager cerca di tenere insieme l’intero cast.
The Prairie Home Companion è un vero show radiofonico, prevalentemente di musica country, che raccoglie enormi consensi di pubblico negli Stati Uniti (è trasmesso da 558 stazioni pubbliche) da più di trent’anni. Il suo autore Garrison Keillor, l’anima storica del programma, ha scritto la sceneggiatura del film e vi recita nei panni di se stesso. Ma assicura che, contrariamente a quanto accade nella finzione, non ha nessuna intenzione di abbandonare. E, a quanto pare, non ne ha nemmeno Bob Altman che quest’anno verrà insignito dell’Oscar alla carriera. Con queste parole, il regista americano testimonia la sua presenza alla 56° Festival di Berlino: “Sono realmente fiero di questo riconoscimento. Se me lo avessero dato per un film, sarebbe stato riduttivo e incompleto. In questo modo, viene riconosciuta l’importanza di un lungo percorso”. Da ricordare il Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1996 e il Golden Globe, vinto nel 2002, come miglior regista per Gosford Park.
A Prairie Home Companion è un film squisitamente americano. Non tanto nelle tematiche trattate ma soprattutto nello spirito con cui vengono descritte. E’ una pellicola profondamente sofisticata nel descrivere la complessità dell’umanità. Ha come base il tentativo di capire cosa succede, realmente, dentro di noi. E in questo è estremamente responsabile. E’ profondamente sovversivo nonostante la vicenda narrata non abbia mai un tono polemico o irriverente. Rimane dall’inizio alla fine un’opera decisamente politica sebbene l’oggetto trattato sia nei contenuti palesemente lontano da questo ambito. “Come si fa a non fare un film politico? – si chiede Altman – … ogni film lo è, anche se non parla direttamente di politica. Non puoi fare qualcosa di artistico senza riflettere questo tipo di sensazioni”.
Curioso come due linguaggi così diversi come quello radiofonico e quello cinematografico si sovrappongano senza alcun fastidio o ridondanza. Come può il cinema, abituato a svelare le immagini, essere agevolato a rappresentare qualcosa come una trasmissione radiofonica che gioca nascondendo tutto e affidandosi esclusivamente al potere dell’immaginazione e del pensiero? Questa domanda può essere, forse, sciolta da alcune scene in cui questi due linguaggi necessitano di incontrarsi per sopravvivere. Il sentire non può prescindere dal vedere. Il motivo conduttore di tutto resta sempre quel legame (in)visibile fra teatro e cinema sul filo comune del «senso di rappresentazione». Il suo rimane un cinema non incline al messaggio univoco, un cinema dell’incertezza e del dubbio metodico, della programmatica sfiducia nella Storia, un cinema che suscita troppe domande. Un cinema che può essere letto anche come un grande campionario di modalità della dissacrazione.
Come nei passati lavori di Altman, la coralità rimane un punto di forza dell’opera. Ogni singolo personaggio costituisce un preciso tassello grazie al quale l’intero quadro prende forma. E’ in questa dimensione collettiva che, poi, la «socialità» si ostina a ricercare la misura della visione realistica. Sempre giovane, è nella gioventù perenne degli intellettuali, specie quelli scomodi, che Altman, oggi superati brillantemente gli ottant’anni, dimostra di essere più lucido che mai nel suo ironico, a volte beffardo, pessimismo.
Titolo originale: A prairie home companion
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Commedia
Durata: 100′Regia: Robert Altman
Cast: Woody Harrelson, John C. Reilly, Tommy Lee Jones, Virginia Madsen, Meryl Streep, Kevin Kline, Lindsay Lohan, Lily Tomlin
Produzione: GreeneStreet Films Inc., River Road Entertainment, Sandcastle 5 Productions
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 07 Aprile 2006 (cinema)