“SCRITTI CORSARI” DI Pier Paolo Pasolini

Pasolini critico

Secondo un giudizio ampiamente condiviso la parte migliore della variegata opera di Pasolini rimane quella di polemista ed editorialista, Scritti Corsari è una lettura essenziale per conoscere questo lato della produzione Pasoliniana. Il libro raccoglie gli editoriali più interessanti scritti da Pasolini fra il ’73 ed il ’75 (l’anno della sua morte), la maggior parte dei quali furono pubblicati all’epoca dal Corriere della sera e da Paese sera. In essi lo scrittore si confronta con i temi di attualità più rilevanti del periodo, dal referendum sull’aborto alla stagione delle stragi, soprattutto però studia “la rivoluzione antropologica” , per usare le sue parole, che si stava compiendo nella società Italiana.

L’approccio di Pasolini è totalmente diverso da quello degli altri intellettuali dell’epoca e ciò gli procurò aspre critiche anche da personaggi riconducibili alla sua stessa idea politica. La sua analisi lascia sullo sfondo le vicende strettamente legate alle lotte politiche e sociali che al tempo occupavano quasi interamente il dibattito intellettuale, egli utilizza invece un metodo di analisi quasi “sociologico”, il punto centrale dei suoi editoriali è infatti il cambiamento che stava avvenendo nei meccanismi profondi della società italiana, gli accadimenti contingenti sono presi in considerazione solo come conseguenze di questo cambiamento. Lette oggi molte parti di Scritti Corsari sembrano scontate, più dati di fatto che opinioni, non bisogna scordare però che esse sono state scritte trent’anni fa, quando tutti ragionavano ancora in termini di Lotta di classe, di contrapposizione proletariato-borghesia, fra accuse di fascismo e comunismo. Pasolini è il primo a cogliere invece la progressiva uniformazione delle masse sotto i nuovi miti del consumismo, guarda con occhio critico i giovani studenti sessantottini che, al di là delle differenze di simboli e di riti, sono nella sostanza accomunati ai coetanei neofascisti dagli stessi miti di successo, potere e denaro. Pur senza quel sentimentalismo nostalgico che molti fraintendendo gli hanno imputato, denuncia la perdita da parte del popolo italiano dell’identità e dell’innocenza contadina, utilizzando termini e concetti che oggi si ascoltano in tutte le discussioni sulla globalizzazione, sul modello di vita consumistico, sullo sviluppo sostenibile. Leggendo gli articoli raccolti nel libro si può scambiare l’analisi di Pasolini per preveggenza, tanto essa sembra corrispondere alla situazione attuale, in realtà è solo il risultato del suo concentrarsi sugli uomini anziché sugli eventi, dell’osservazione dei loro comportamenti, della comprensione del loro modo di pensare. Scrive l’autore nel famoso articolo il romanzo delle stragi: “ io so perché sono un intellettuale […] che coordina fatti anche lontani […] che ristabilisce la logica dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia, il mistero”.

Scritti Corsari contiene il miglior ritratto mai tratteggiato della società odierna, nonostante sia stato scritto trenta anni fa.

Pier Paolo Pasolini, Scrtti corsari, Milano, Garzanti, 2001, pp. 248.