“SENTIERI SOTTO LA NEVE” DI ROBERTO CITRAN

Un vecchio alpino siede su una panca instabile e racconta la sua Odissea, attraverso un’Europa in guerra, e il suo ritorno alla mitica “Asiago”

Roberto Citran esplora quattro opere di Mario Rigoni Stern in cui, prendendo spunto dalla propria esperienza personale, lo scrittore narra gli eventi più drammatici del secondo conflitto mondiale: la sfortunata spedizione in Albania e la tragica disfatta italiana nelle gelide steppe russe, l’8 settembre e la deportazione in un campo di concentramento nazista in Germania.

Il protagonista è un giovane alpino di Asiago, per il quale la guerra voluto da Mussolini è una fatalità, le cui ragioni sono estranee e incomprensibili. Una nuova consapevolezza matura dopo l’incontro con un il suo “compaesano polacco”: un vecchio che aveva combattuto durante la grande guerra in Italia sulle sue montagne. L’alpino, pensando ai troppi che sono già morti e a quelli che ancora moriranno, espressa l’innocente ma radicale presa di coscienza che “al mondo siamo tutti compaesani”.

Non è la capacità di critica politica la caratteristica degli alpini, gente che dorme sognando ragazze e montagne, che ha studiato poco, contadini e montanari avvezzi alla fatica. Ma la solitudine delle vette, la sofferenza fisica li dotano di un particolare misticismo. Mario Rigoni Stern ne descrive l’umanità che sopravvive alla guerra, riconoscendo in questo il loro l’eroismo.

Trait d’union dello spettacolo di Roberto Citran è la cadenza dei passi che accompagnano il racconto: tavole malferme riempiono la scena e rimbombano sotto i piedi dell’attore. Un rumore secco e greve, che manifesta la fatica, il peso e le sofferenza del cammino, evocando quelle vissute nei campi di concentramento e nelle trincee. Passi che quando allontanano il soldato dall’amata Asiago vengono comunque vissuti, uno ad uno, come uno sforzo necessario per ritornare a casa. Le sue montagne in testa, lo sguardo rivolto ai piedi. Così in Albania, Polonia, Ucraina, Russia, così nella fuga dai campi di concentramento in Germania. E infine, attraverso la pianura veneta, finalmente in direzione di quelle montagne che ne segnano l’orizzonte.
Solo nella primavera del ’45, mentre ci si avvicina all’altipiano di Asiago, rifioriscono valori caratteristici della gente di queste terre tanto amate da Mario Rigoni Stern, quali il rispetto per la natura e per il prossimo.

L’adattamento teatrale di Roberto Citran conserva lo spirito delle opere del grande scrittore veneto. La selezione di brani da “Tra due guerre”, “Quota Albania”, “Sentieri sotto la neve” – da cui è stato tratto il titolo dello spettacolo – e “Il bosco degli Urogalli” non tradisce incongruenze e lo spettacolo, tenutosi al centro culturale “Fabrizio de André” di Marcon, è emozionante.

Concludere deponendo un cappotto d’alpino sul palco è, come ci ha spiegato l’attore padovano, un invito a ricordarci che storie simili vennero realmente vissute, da soldati che innanzitutto sono stati uomini.

Roberto Citran in SENTIERI SOTTO LA NEVE; da Mario Rigoni Stern (adattamento teatrale di Roberto Citran); regia: Titino Carrara