Il protagonista dell’ultima giornata del Sottodiciotto film festival è Barry Purves, animatore di cartoni animati in stop-motion che chiude con un’ampia programmazione dei suoi cartoni animati l’ottava edizione del Sottodiciotto film festival.
La sala già dalle prime ore di questo sabato pomeriggio è animata dai più piccoli, da bimbi in età pre-scolare che con i loro genitori seguono senza alcuna difficoltà le storie dei cartoni e alla fine pongono domande al loro creatore.
E sì perché un attore mancato, com’egli stesso si è definito, ha trovato nel lavorare con dei pupazzi alti circa 25 cm il suo modo di recitare. “Recito attraverso di loro”.
Tantissimi i personaggi creati ma cercamente un posto speciale ha Rupert, un’orsetto ormai protagonista di ben 52 episodi dei quali Barry è anche regista. Racconta ai bambini che a differenza di altri suoi personaggi come Rigoletto che è tratto da un’opera teatrale importante come quella di Giuseppe Verdi, o Il vento tra i salici tratta da un libro di Kenneth Gravame, questo piccolo orsetto è nato da un fumetto. Ma per tutti gli episodi ha scritto i soggetti che poi passano ad uno scrittore. Dopo di che si passa alla produzione e alla post-produzione. Per cercare di far comprendere meglio quanto sia lungo e importante il lavoro specifica: “Per Rupert dovevamo girare 12 secondi al giorno!”. E nella mia testa ci sono tutti e 52 gli episodi.
Poi confessa che il suo personaggio preferito è Mr Toad perché è lui quel simpatico ranocchietto che tenta un po’ goffamente ma con ogni mezzo di dedicarsi agli sport invernali (è il protagonista de Il vento tra i salici 1984).
In tutti i suoi film importantissima è la relazione musiche-immagini che è anche uno dei motivi che permettono ai bambini di seguire i cartoni senza soffrire troppo la mancata comprensione dei dialoghi. E spesso si tratta di scelte non facili come per Rigoletto dove è l’opera lirica di Giuseppe Verdi ad essere protagonista. E come non ricordare “Gilbert & Sullivan: le copie esatte con le opere musicali della “ditta” omonima?
Racconta che nella maggior parte dei casi la versione delle musiche nasce prima “Viene registrata la musicae noi lavoriamo su quel materiale per l’animazione. Anche perché è più facile sincronizzare i movimenti dei pupazzi. Per esempio per “Il pizzeraio magico di Hamelin ho fatto molta fatica a sincronizzare perché c’è un pianista-topo che suona e voi avete mai visto un topo con 3 dita suonail piano? Ho dovuto un po’ barare”. Ma lavorare in un settore che ha subito innovazioni tecniche sorprendenti porta i più grandi a domandare come può essersi evoluto il suo lavoro visto che ormai sono trent’anni che si occupa di animazione, cioè da quando divenne animatore di film di marionette per la Cosgrove Hall Productions di Manchester.
Com’è cambiata la sua tecnica e qual è il suo rapporto oggi con i suoi pupazzi?
Quando ho realizzato i miei primi film erano un po’“rozzi”. Oggi con il video si possono correggere alcune cose ma rimane cmq un lavoro molto artigianale. Il tempo è molto strutturato e abbiamo poco tempo per fare delle prove ma ci si diverte molto e poi lavorare con i pupazzi alti circa 25 cm è molto più divertente che farlo al computer.
E nel futuro?
Scherzando risponde che probabilmente ci saranno altri 52 episodi di Rupert…perché come ogni “prodotto” che funziona al meglio lo si cerca di sfruttare il più possibile ma poi confessa: “Vorrei far un film mio…e poi lavorare nell’animazione di Fantasti Mr Fox tratto da un libro di Robin Doyle”.