Dalla terribile notte del terremoto del 6 aprile 2009, sono tante le manifestazione di solidarietà di chi, anche attraverso un contributo culturale, voleva restituire dignità ad una terra ferita nel profondo.
Da 26 anni, il Sulmonacinema film festival, è un vanto per il territorio abruzzese perché è riuscito, attraverso le sue retrospettive e il concorso di film italiani indipendenti diretti da autori alla loro prima-seconda pellicola, ad arricchire la proposta culturale della regione e dell’Italia.
Enrico Silvestri, il direttore artistico, pur nelle difficoltà logistiche che si sono andate a sommare a quelle economiche, che purtroppo hanno portato alla chiusura di tante kermesse festivaliere in tutta la penisola, ha chiuso il programma di una manifestazione ridotta nella durata e nella programmazione ma comunque, come sempre, di alto prestigio.
Dal 6 al 10 novembre, verranno presentate diverse pellicole che avranno come tema portante, a 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, “il muro”in un’accezione ampia: barriera fisica-psicologica da attraversare e spesso da abbattere o ricostruire.
“Ai muri che crollano tragicamente, alla voglia di ricostruirli, ma anche al desiderio di far cadere, nel segno di Ovidio, gli ostacoli mentali, sessuali e culturali che producono paure e alienazione è decidata questa sentisettesima edizione”- precisa Silvestri che, con uno staff attento, omaggerà Emile De Antonio, documentarista americano militante come dimostrano Point of order, Underground e Mr Hoover and I, rispettivamente sulla caccia alle streghe del senatore McCarty, la guerra in Vietnam e i metodi dell’Fbi e i crimini del presidente americano Nixon.
Dal documentario, si passerà al genere horror con il dittico di film, inediti in Italia, realizzati tra il 1998 e il 2002 da Don Costarelli, regista americano che realizzò Phantasm IV: Oblivio e Bubba Ho-tep dove la putrefazione è intesa come metamorfosi (scomodando persino Elvis Presley).
Ripromettendo di parlarne più diffusamente durante il festival, ricordiamo ancora la proiezione di alcuni ‘sguardi d’autore’ molto intensi come quello di Helke Sander in Redupers del 1977 dove per la prima volta, protagonista assoluto è il muro di Berlino che ricordiamo, fu innalzato, a sorpresa, nella notte del 13 agosto 1961. Stesso soggetto per gli scatti che compongono Ein-Blick di Gerd Conradt (1986).
Rimanendo sempre a tema, l’ovidio d’argento alla carriera, quest’anno verrà assegnato a George Clooney perché – recita la motivazione – “con charme e umorismo si è impegnato a ricordare e combattere i buchi neri della storia americana, dal maccartismo alle invasioni, dalle guerre di rapina ai crimini delle multinazionali e della Cia”. Senza tener conto e voler comunque dare risalto alla grandissima sensibilità dimostrata dall’attore-regista statunitense che ha deciso di produrre e interpretare proprio tra Sulmona e Castel Del Monte, la sua prossima pellicola, diretta da Anton Corbijn dal titolo provvisorio “L’americano” dove l’Abruzzo rappresenterà la terra di fuga per il protagonista. La scelta non riporterà solo l’attenzione mediatica nella zona ma contribuirà in maniera rilevante dal punto di vista economico: si è calcolato che per i 3 mesi di riprese e le oltre 1500 persone coinvolte, nella regione ci sarà un movimento stimato di 4.5 milioni di euro.
Cinema e musica, il film e la sua colonna sonora, per capire le alchimie con colei che in molti considerano la responsabile, al 40% della riuscita di una pellicola; un lavoro su come un compositore si applica per la creazione della colonna sonora di un film, sarà l’interessante lezione che terrà Pasquale Catalano, curatore, tra gli altri, del soundtrack di due film di Sorrentino Le conseguenze dell’amore e L’uomo in più e dell’opera prima di Giuseppe Capotondi La doppia ora, presentato con successo all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.